IN TAVOLA
I
APR. MAG. 2016
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L
o Champagne, le sue carat-
teristiche, la sua storia plu-
risecolare hanno un elevato
grado di conoscenza mon-
diale e sono apprezzati per il carattere
distintivo del vino e per l’allure di
prodotto d’élite che ne fanno quasi
un’icona di un certomodo di intende-
re il rapporto con il vino. Non a caso
la regione Champagne è stata inserita
dall’Unesco tra i Patrimoni mondiali
dell’Umanità nel 2015, riconoscendo
il valore universale dei luoghi della
nascita, della produzione e della dif-
fusione globale del vino omonimo.
NUOVA IMMAGINE.
Anche in Ita-
lia, paese nel quale in un sussulto di
autarchia nazionalista, loChampagne
è sempre stato visto in competizio-
ne con lo spumante, parente meno
blasonato, almeno nell’immaginario
collettivo, del cugino d’Oltralpe.
Certo la crisi economica ha un po’
spuntato le ali delle importazioni di
Champagne nel nostro paese, anche
se questo prodotto enologico non
sta rimanendo seduto sugli allori e
sui suoi fasti, ma sta inseguendo un
cliente mondiale, cambiando pelle,
innovando (nei limiti del possibile) i
metodi di produzione, a volte stravol-
gendo l’immagine tradizionale, qua-
si monastica, che l’ha accompagnato
finora per parlare ai giovani di una
generazione mondiale nel quale l’im-
maginario festaiolo si sta rivelando
lo stesso ad ogni latitudine.
TANTE ANIME.
Bottiglie sleeverate
con colori shocking, oppure un’imma-
gine che insegue i canoni dell’elegan-
za contemporanea. Lo Champagne
2.0 si fa portatore di una visione eno-
logica di certo più aperta alle nuove
influenze (coltivazioni della vite bio
o biodinamica) che ha come faro
guida la sostenibilità, anche in uno
scenario climatico in rapido cambia-
mento che sta stravolgendo tradizioni
sedimentate nei secoli. Per quanto
riguarda la struttura produttiva, un
ventaglio di sfumature produttive
senza precedenti, tra grandi maison
e piccoli produttori, è capace di dare
un’interpretazione più stringente al
concetto di terroir.
Sostanzialmente tre i vitigni utilizzati
per la produzione dello Champagne:
Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Meu-
nier, per un prodotto che è la som-
matoria di tantissime anime e non si
accontenta più del botto e del brindisi,
ma indaga inmaniera piùprofonda gli
abbinamenti con il cibo e si propone
come vino “a tutto pasto”.
Un vino che non ha bisogno
di presentazioni, simbolo
ubiquitario di lusso e gioia
di vivere, capace di dare lustro
a qualsiasi carta dei vini
Champagne,
un fermento continuo
DI PIETRO CINTI




