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APR. MAG. 2016

45

*Alberto Fiorito,

medico,

nutrizionista,

esperto in

medicine non

convenzionali.

Si occupa

prevalentemente

di educazione

alla nutrizione e prevenzione

primaria. Autore di diversi libri

nel settore, l’ultimo dei quali,

“Mangia bene, cresci bene”

edito da Gribaudo, cerca di

coinvolgere i genitori in un

processo di cambiamento

dello stile di vita dei loro

ragazzi.

Può essere seguito sul sito

www.governodellasalute.it

mente funzione strutturale

e servono per ricostruire le

membrane cellulari, diversi

ormoni ed enzimi. La diffe-

renza fondamentale tra i due

tipi di grassi sta nella presenza

di uno o più doppi legami tra

dueatomidicarboniosucces-

sivi nella loro catena.

I grassi saturi sono facilmente

reperibili con l’alimentazio-

ne poiché rappresentano la

maggior parte dei grassi ani-

mali e una discreta quantità

di grassi vegetali. Dal punto

di vistapratico sonopiù stabili

e meno esposti ai processi di

irrancidimento o ossidazione.

Gli acidi grassi essenziali sono

grassichedevonoessereinge-

riti direttamente con l’alimen-

tazione perché il nostro corpo

non è in grado di produrli.

Li conosciamo con il nome di

omega3 o, più genericamen-

te, di acidi grassi insaturi. La

presenzadiundoppiolegame

conferisce alla molecola una

certa flessibilità. Ciò rappre-

senta un fatto estremamente

positivo, ma anche negativo.

La positività sta nel fatto che la

flessibilità permette alla strut-

tura in cui l’acido grasso

viene incorporato di

rispondere agli stimoli

esterni adattandosi agli

stessi. Questo può

essere ben com-

preso

immagi-

nando che gran

parte degli acidi

grassi che noi

mangiamo

serve per ri-

costruire

la parete delle cellule. Questa

parete deve essere flessibile

per ricevere le informazio-

ni che arrivano dall’esterno.

Il lato negativo sta nel fatto

che la presenza di un doppio

legame, che in biochimica

corrisponde alla condivisione

di due elettroni da parte dei

due atomi di carbonio, diven-

ta molto appetibile da alcune

molecole tossiche per il no-

stro organismo: i radicali liberi.

Queste sono sostanze che per

ragionimetabolicheoesterne

hanno perso un elettrone nel-

laloroorbitaperifericaeacqui-

siscono così una situazione di

instabilità incompatibile con

la natura. In pochi secondi de-

vono recuperare un elettrone.

Se non trovano un donatore

negli immediati paraggi (an-

tiossidante) si rivolgeranno

proprio alle cellule contenenti

doppi legami e ne ruberanno

unoascapitodellasaluteoad-

dirittura della vita della cellula.

Diventa essenziale per la no-

strasalute,dunque,alimentar-

ci con cibi che siano ricchi di

acidi grassi essenziali. Le fonti

possonoesseredue:vegetalio

animali.Tra i vegetali troviamo

le alghe, i semi oleosi e gli oli

chedaquestiderivanoediver-

sitipidifrutta.L’acidochesene

ottiene è chiamato Alfalinole-

nico (ALA). Grazie all’azione di

un enzima specifico (per gli

interessati delta-6-desaturasi)

questo acido viene trasforma-

tonelle formepiùutili e fruibili

dalle cellule che sono l’acido

Eicosopentaenoico (EPA) e l’a-

cidoDocosoesaenoico(DHA).

Certamente le fonti vegetali

sono quelle ideali per il nostro

organismo ma ci pongono di

fronte due problemi. Il primo

è che gli oli che se ne otten-

gono sono molto vulnerabili

all’ossidazione, sia una volta

estratti dalla pianta sia dalla

lavorazione in sé. Il secondo

è rappresentato dal fatto che

l’enzimadelta-6-desaturasi di-

minuisce con l’età, in caso di

sovrappeso, di ipertensione,

di resistenza all’insulina o di

patologie croniche.

Le fonti di omega3 animali

sono rappresentate prevalen-

temente dal pesce ed alcuni

molluschi che sono in grado

di trasformare le alghe, base

della loro alimentazione, in

questi acidi grassi importanti

perlaloroeperlanostrasalute.

Anche in questo caso incon-

treremo qualche difficoltà. La

più importante è certamente

quella dell’inquinamento ma-

rino che, insieme con i buoni

omega3 ci costringe a man-

giare mercurio, policarbonati

e altre sostanze di cui il mare

sta diventando sempre più

ricco. La seconda è, anche in

questo caso, la tendenza ad

ossidare di questi grassi per

cui devono essere prodotti e

conservati in modo ideale. La

terza è rappresentata dal fat-

to che il consumo di prodotti

animali implica comunque

anche l’ingestione di altri tipi

di sostanze, inclusi certi grassi

che sonomenoutili allanostra

salute.

REGOLE DEL BUON MAN-

GIARE.

Il comportamento

ideale per volerci bene e con-

sumareilciboconunacertaat-

tenzione alla salute è, come al

solito, la consapevolezza delle

nostre scelte. Il consumo quo-

tidiano di frutta e verdura di

buona qualità, l’uso frequente

di legumi e cereali integrali, la

scelta di un olio extravergine

d’oliva che sia estratto a fred-

do, l’uso frequente di semi

oleosi e degli oli che da questi

derivano, il consumo di pro-

teine animali con moderazio-

ne avendo un occhio attento

alla loro qualità, sono i cardini

principali di un’alimentazione

corretta dal punto di vista del

consumo dei grassi. Qualche

piccola eccezione sarà tollera-

ta dal nostro corpo, soprattut-

to se un’adeguata attività fisi-

ca ci permetterà di eliminare il

superfluo.