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FEB. MAR. 2015

17

Finanze che ha stanziato 9milioni di

euro nel 2015 e 24 milioni nel 2016.

Negli obiettivi di questo provvedi-

mento, ridare slancio a un settore

importante per il terziario, dare os-

sigeno ai consumi fuoricasa e impe-

dire l’utilizzo improprio di questo

sistema di pagamento.

«In questo caso – aggiunge Stoppani-

siamo di fronte a un provvedimento

che ha una logica corretta e offre

risposte che crediamo efficaci. Tan-

to più che la defiscalizzazione dei

buoni pasto è legata al formato elet-

tronico, che consente una migliore

tracciabilità dei pagamenti e impe-

disce che qualcuno usi i ticket per

comprarsi le scarpe o qualcos’altro.

Crediamo nell’utilità del buono pasto

per sostenere e sviluppare i consumi

interni emettere i lavoratori in grado

di consumare un pasto equilibrato

in un ambiente confortevole, a tutto

vantaggio del sistema paese».

“Cir Food ha accolto positivamente

l’aumento del valore esentasse a 7

euro per i buoni pasto elettronici - di-

chiaraMaria Cristina Bertolini, diret-

tore divisione buoni pasto Bluticket

di Cir Food, e vice-

presidente di Anseb,

l’associazione che

riunisce i player di

questo mercato - si

tratta di una buona

notizia soprattutto

per i 2,5 milioni di

consumatori che usu-

fruiscono del buono

pasto, nonché per gli esercenti con-

venzionati. Anche le aziende benefi-

ceranno di questa defiscalizzazione

poiché non dovranno aggiungere

contributi. In sostanza, si tratta di

un’azione di grande importanza per

mettere soldi in tasca ai lavoratori,

ma in una situazione complessa

e stratificata come quella italiana,

ed in particolare le procedure per il

recupero dell’IVA a credito, in molti

entreranno in sofferenza per la

riduzione di cash flow».

Da tenere sotto osservazione è

invece il rischio di aumento dell’Iva

che potrebbe mettere in discussione

i primi segnali di ripresa dei consumi. Secondo

Fedele De Novellis, Chief economist di ref.Ricerche

«Il possibile aumento dell’Iva, in base alla clausola di

salvaguardia già prevista nell’ambito della discesa

del rapporto deficit/Pil dell’Italia, secondo quanto

imposto dalle regole europee di finanza pubblica,

avrebbe un impatto negativo per la domanda di

consumo e in special modo per i consumi alimentari».

La tabella che pubblichiamo mostra chiaramente

l’impatto del possibile aumento dell’Iva nel prossimo

triennio.

La clausola di salvaguardia sull’Iva

Milioni di euro, impatto sull’indebitamento netto a valore facciale

2016 2017 2018

Aliquota dal 10% al 12% 4.638 4.638 4.638

Aliquota dal 12% al 13%

2.319 2.319

Aliquota dal 22% al 24% 8.176 8.176 8.176

Aliquota dal 24% al 26%

4.088 4.088

Aliquota dal 25% al 25,5%

2.044

TOTALE

12.814 19.221 21.265

Elaborazione ref.Ricerche su documenti ufficiali

Fedele De Novellis

sale a 7 euro il limite

di defiscalizzazione

dei buoni pasto dopo

un’attesa durata decenni

Mariacristina

Bertolini