Beverage_64 - page 13

beverage & grocery
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luppareosiètrattatodicasiisolati?
Le due iniziative su pasta e olio
rientrano appieno nel progetto Fai.
L’offerta di prodotto agricolo viene
organizzata a livello territoriale con
la rete dei Consorzi Agrari, al cui
internosonostatecostituite lediverse
filiere OrganizzazionideiProduttori.
Filiera Agricola Italiana Spa ha poi
il compito di promozione, valoriz-
zazione e commercializzazione dei
prodotti. Attualmente sono state atti-
vate filiere a marchio Fai sulla pasta,
sulriso,sull’olio,sull’ortofrutta,sulla
carne e sul latte, con molti prodotti
che sonogià arrivati sulmercato.
Quali lecriticitàancoradasupera-
reperchéquestacatenasirafforzi?
Ridurre le intermediazioni per svi-
luppare un rapporto più diretto tra
produttori agricoli e grande distribu-
zione è un obiettivo da sviluppare
nell’interesse delle imprese e dei
consumatori. Per questo la Coldiretti
attraverso il progetto Fai sta collabo-
rando con le principali catene per far
giungeresugliscaffaliprodottifirma-
ti dagli agricoltori.Una iniziativa che
ha trovatosensibilimolti gruppi della
distribuzione che hanno compreso
l’importanza di eliminare le ineffi-
cienze di filiera con un rapporto più
diretto con gli agricoltori, ma anche
la necessità di valorizzare il legame
con il territorio e con i suoi prodotti,
inquestodifficilemomentodi crisi.
La ridotta dimensione delle azien-
de è un fattore di debolezza del
sistema agricolo di fronte alle sfide
deimercati internazionali?
L’idea che potessimo competere a
livello internazionale solo in termini
di economie di scala e sull’insegui-
mento delminor costo di produzione
sta oggi dimostrando i suoi limiti,
come testimoniano i fenomeni di de-
localizzazione,deindustrializzazione
e perdita di posti di lavoro che stanno
segnando soprattutto la grande indu-
stria. Noi, viceversa, abbiamo lavo-
rato su un modello che arricchisse
di contenuti materiali e valoriali i
nostri prodotti e i nostri servizi. Con
il progetto Filiera agricola stiamo
ora organizzando una piattaforma
pubblico-privata per i mercati inter-
nazionali caratterizzata dal marchio
di qualità Fai rivolta appunto a pro-
muovere l’internazionalizzazione
del “‘paniere Italia” di qualità.
Parlando del mondo del vino
- punta di diamante del nostro
export - lei ha affermato che «for-
nisce gli elementi per definire il
modo, la natura, l’identità e il
processo di un più generale modo
di essere e rappresentare il Made
in Italy nel mondo». A che cosa si
riferisce?
Immaginocheilvinoel’agroalimen-
tare siano i precursori di un nuovo
modello di sviluppo per il nostro
paese, le cui radici affondano nella
riconoscibilità territoriale, inprocessi
produttivi sostenibili, in modelli
aziendali a misura d’uomo, in para-
metri di qualità e genuinità assoluti.
Ciò consentirebbe al paese di uscire
dalla crisi cavalcando l’onda della
globalizzazioneeriproducendovalo-
renonsurrogabile a livellosimbolico
emateriale.
Quanto marketing manca alle
imprese agricole italiane?
punti di forza del Paese dal paesaggio,
all’innovazione, alla creatività».
Unodeitemichiaveperchifaagricol-
tura è la redditivitàdel lavoro svolto.
Ci sono segnali di cambiamento?
Il tema della reddittività rimanda ad
una doppiamotivazione: da un lato alla
crisi economica e al calo dei consumi;
dall’altro al furto di valore nella filiera
e al furto di identità dei nostri prodotti.
Mi riferisco al fatto che, per ogni euro
speso dai consumatori per l’acquisto di
alimenti, oltre la metà (il 60 per cento)
vaalladistribuzionecommerciale, il 23
per cento all’industria di trasformazio-
ne e solo il 17 per cento alla remunera-
zione del prodotto agricolo.
Storicamente il mondo agricolo è
sempre stato lontano dal consuma-
tore. Oggi, con il progetto “Firmato
dagli agricoltori italiani”sembrache
le cose stiano cambiando. Con quali
risultati equali possibili sviluppi?
Al Progetto di “filiera agricola tutta
italiana” siamo giunti attraverso un
percorso coerente che ci ha portato pri-
ma ad impegnarci per la rigenerazione
dell’agricoltura in termini di qualità e
sostenibilità ambientale, poi nel “patto
con il consumatore”miratoaconciliare
l’interesse delle nostre imprese con
quello dell’intera collettività. Oggi
“Firmato dagli Agricoltori Italiani” è
il marchio che garantisce il prodotto
agroalimentare italiano al cento per
cento, un brand pensato per affermarsi
sul mercato e sostenuto dal sistema
organizzato dei nostri produttori as-
sociati. In questo modo sarà possibile
migliorare il reddito degli agricoltori e
garantire ai consumatori un prodotto
di origine sicura, italiana e tracciata,
comunicando in talmodo la distintività
del veroMade in Italy.
Come si è trasformato il rapporto
tra agricoltura e distribuzione?
Recentemente le iniziative di Coop
con la pasta da grano duro italiano e
Sisaperquantoriguardal’olioextra-
vergine di oliva hanno tracciato una
strada di rapporto di filiera in cui la
distribuzionehaunruolo centrale. È
questo un percorso da ripetere e svi-
il
15%
di terra coltivata
è stato perso
in Italia negli
ultimi 20 anni
a causa della
cementificazione
solo il
17%
di ogni euro speso
dal consumatore
per il cibo va alla
remunerazione del
prodotto agricolo
Un modello che arricchisce
di contenuti materiali e valoriali
i prodotti e i servizi
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