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LUGLIO/AGOSTO 2015

Il mercato dei cibi kosher

è infinito

Negli Usa è anche una moda. Rav Lazar

ha portato anche l’esperienza del mercato

russo sottolineando gli oltre “20mila pasti

kosher distribuiti ogni mese sulle linee

aeree dell’ex Repubblica Sovietica”. Ma

anche in Italia diverse aziende certificate

kosher hanno registrato un’impennata

nelle vendite e soprattutto nell’export.

Qualche esempio?

Araldica

, i cui vini

kosher rappresentano il 90 per centodelle

esportazioni. Poi, la

Compagnia della

Birra

, produttrice di Ishtar, la prima birra

artigianale certificata Kosher. E ancora:

Gustofino Food

, produttore di salumi di

13 mln

CIRCA I CONSUMATORI

KOSHER NEGLI U.S.A.

manzo e tacchino, nella persona di

Giorgio Yehuda

Giavarini

, direttore generale del gruppo. Che racconta:

“Il nostro marchio vuole dare un’opportunità a tutti per

trovare cibo kosher sotto casa, su Milano e su Roma,

ma tutto dipende dalla presenza delle comunità ebrai-

che. Nel contempo, all’interno della catena Carrefour,

abbiamo dato vita a dei kosher corner.

In questo modo, oltre a inserire i nostri prodotti, of-

friamo anche una consulenza e uno spazio a coloro

che vogliono entrare a collaborare con la GDO. La

grande distribuzione si sta occupando di eccellenza (e

per noi kosher rientra in questa categoria)”. Oggi però

il problema fondamentale è la distribuzione.

“E internet”, prosegue Giavarini, “sembra sia diventata

una scelta obbligata per raggiungere un ampio spettro

di clientela”. Infine,

GrissinBon

, marchio specializzato

in prodotti da forno (Vanes Fontana, direttore generale

di Grissin Bon, ha rivelato che da quando è certificato

kosher, il marchio alla sua guida “ha triplicato la propria

esportazione”).Per quanto riguarda il mercato italiano,

“non sono disponibili ancora dati precisi”, fanno sapere

da “kosher@expo2015”, ma la crescente domanda di cibo

italiano nel mondo intero, combinata alla crescente do-

manda di prodotti certificati kosher, fa si chemoltissimi

marchi alimentari americani, inglesi e francesi cerchino

stabilimenti italiani disposti a produrre prodotti tipici

come pasta, olio, vino da distribuire nei relativi paesi

con il marchio kosher.

Il tutto per un’aggressiva e importante esportazione.

Eurokosher, per la certificazione

Attiva da oltre trent’anni, Eurokosher si occupa di cer-

tificazione kosher per aziende alimentari italiane ed

europee. La società è diretta dal Rabbino Avraham

Hazan. All’inizio le attività di Eurokosher si sono con-

centrate sulla certificazione di aziende vinicole italiane

che desideravano esportare negli Stati Uniti, mercato

in cui la certificazione kosher era già allora indispen-

sabile. Oggi Eurokosher è riconosciuta dai principali

enti certificatori mondiali (tra cui la Orthodox Union

e la OK Kosher) e certifica oltre 200 aziende alimen-

tari italiane e straniere, occupandosi della verifica dei

requisiti preliminari, dei macchinari, dei prodotti e

degli ingredienti immessi nella catena alimentare e dei

processi produttivi. La certificazione ha durata annuale

ed è soggetta al controllo di specifici requisiti che ven-

gono stabiliti individualmente per ciascuna azienda.

Tra le aziende e i prodotti certificati da Eurokosher:

Lavazza, Rio Mare, Riso Gallo, Branca, Campari Bitter,

Oli Carapelli, Bertolli e Sasso, Irca Cioccolato, Valpizza,

Caseificio Valchero e molti altri.

S

I MARCHI IN ITALIA

S

upergal è il marchio che fornisce Esselunga, Sma, Auchan e

tante altre realtà della GDO. Il marchio leader tra gli scaffali è

“Zio Elio”, il più venduto tra i sostitutivi del pane etnico con

le “Azzime Zio Elio”. Il 75 per cento del suo fatturato proviene dalla

grande distribuzione (il restante 25 attraverso negozi, ristoranti e

mense in Italia).

GLI EBREI CHE OSSERVANO

LE REGOLE DELLA KASHERUT

DEI 13 MLN DI CONSUMATORI

NEGLI U.S.A.

20%