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LUGLIO/AGOSTO 2015

è

tecnologico.Questoè certo.Manon invasivo.

Gli effetti speciali ci sono, ma non assediano

il visitatore. E la comprensibile aspettativa

che per mesi ha ammantato il progetto del

Future District di Coop all’interno del sito di Expo

,

viene senza dubbio ripagata, ma senza eccessi.

Fin dall’ingresso, infatti, niente di sconvolgente: una

lunga scalinata e un diffuso odore di legno. Sensazioni

familiari, fors’anche di déjà vu. Tutto perfettamente in

linea con l’atmosfera di mercato rionale che si è voluto

ricreare all’interno del supermercato del futuro.

Teorizzato da

Carlo Ratti

, Direttore del MIT Senseable

City Lab di Boston e realizzato da Coop in collabora-

zione con

Accenture

, il format interpreta una fusione

sinergica di spazio fisico e tecnologie digitali che con-

fluiscono in un obiettivo comune: rendere funzionale,

socializzante e arricchente ogni esperienza d’acquisto.

«Inizialmente l’idea era stata quella di integrare nel punto

vendita dell’Esposizione Universale la tecnologia RFID,

poi ha prevalso l’aspetto di relazione e interazione con

il pubblico» - spiega

Gabriele Tubertini, Direttore IT

di Coop Italia.

La tecnologia, insomma, è stata utilizzata per recupe-

rare spazio alla dimensione sociale e per coinvolgere

concretamente gli utenti. Da qui un ambiente arioso

con scaffali bassi e un numero contenuto di referenze

esposte (il magazzino sottostante è lì pronto per un refill

pressoché in tempo reale, grazie alla soluzione di Shelf

Replenishment, sviluppata da Accenture).

Nell’ottica di instaurare un dialogo costante con i clienti,

COOP IN EXPO

Touchpoint: la nuova

frontiera della spesa

SENSORI, SCHERMI TATTILI, ROBOT ANTROPOMORFI,

PROIEZIONI DIGITALI: UN AMBIENTE FUTURIBILE,

MA NON STRANIANTE CHE RENDE SOCIALIZZANTE

L’ESPERIENZA D’ACQUISTO

di Carmela Ignaccolo

2.500

I METRI QUADRI

DI SUPERFICIE

1.600

REFERENZE DI CUI 850

A MARCHIO