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GENNAIO/FEBBRAIO 2015
oli vegetali o alimentari più economici
sul mercato.Il suo elevato contenuto di
grassi saturi lo rende semi-solido a tem-
peratura ambiente. Ciò avviene sia nel
caso dell’olio di palma che nell’olio di
palmisto.
Entrambi presentano un contenuto di
grassi saturi tanto elevati da avere spinto
l’
Organizzazione Mondiale della Sanità
ad affermare come essi possano costituire
un fattore di incremento del rischio di
andare incontro a malattie cardiovasco-
lari, sulla base di ricerche definite come
convincenti e confermate da studi suc-
cessivi. Sotto accusa è un acido grasso
saturo denominato acido palmitico e ca-
ratterizzato dalla presenza di 16 atomi
di carbonio.
Tale tipologia di grasso è in grado di
agire aumentando i livelli del colesterolo
e innalzando i rischi di coronopatia, se-
condo quanto rilevato da studi scientifici
relativi all’olio di palma.
Le affermazioni dell’OMS hanno suscita-
to l’opposizione del
Malaysian Palm Oil
Promotion Counci
l, volto a difendere gli
interessi economici del proprio Paese,
relativamente al ricco settore produttivo
legato all’olio di palma. Al di là degli inte-
ressi economici, non possiamo trascurare
il fatto che l’olio di palma rappresenta un
grasso vegetale e un olio alimentare di
scarsa qualità. Il suo elevato contenuto
di grassi saturi può raggiungere il 50%
nell’olio di palma derivato dai frutti e ben
l’80%nell’olio di palma derivato dai semi.
Il contenuto di grassi saturi dell’olio di
palma non è controbilanciato da una
80%
SONO I GRASSI SATURI
DELL’OLIO DI PALMA
La conversione di foreste
per la produzione di olio
di palma arreca ingenti
danni ambientali
sufficiente presenza di grassi polinsaturi benefici, tali
da poterlo considerare come un alimento equilibrato.
Non ci sono motivi validi per cui l’industria alimentare
debba proseguire ad utilizzare questo ingrediente, al
di là del fattore economico.
È comprensibile che impiegare olio extravergine d’oli-
va o altri maggiormente pregiati comporterebbe costi
maggiori, ma la salute dei consumatori potrebbe trarne
vantaggio, come anche le aziende che si impegneranno
ad evitare tale ingrediente.
Il danno ambientale
Ma il fattore salute non è l’unico ‘peccato’ dell’olio di
palma. Purtroppo c’è anche un grandissimo problema
legato all’ambiente. L’olio di palma è, dice ‘Ilfattoali-
mentare.it’, sinonimo di “rapina delle terre e di de-
portazione di milioni di famiglie africane e asiatiche
(
land grabbing
).
È inoltre causa primaria della deforestazione di aree
boschive (prima causa di emissioni di Co2 nel sud-est
asiatico) e della devastazione degli habitat naturali per
lasciare spazio alle monocolture, come quelle della pal-
ma da olio. La conversione di foreste per la produzione
di olio di palma sembra essere infatti oggi la causa
principale della deforestazione in Indonesia, respon-
sabile per circa un quarto della perdita di superficie
forestale tra il 2009 e il 2011 e ora anche dell’Africa.
Lo dice chiaramente un rapporto di
Greenpeace
inti-
tolato
Certifying Destruction
che accusa gli standard
di certificazione del settore di non essere in grado di
fermare la distruzione delle foreste.
UN DANNO PER LA SALUTE
L’olio di palma è troppo ricco di acidi grassi saturi (tradotto in
colesterolo per le arterie); 100 g di olio di palma contengono 100 g di
grasso, di cui 53,2 g di grasso saturo che non è altro che colesterolo
grezzo. Dal punto di vista calorico è deducibile che il burro ha meno
calorie perché ha il 20% di sostanza non grassa. Un’alternativa valida
che non ha assolutamente controindicazioni? L’olio extra vergine
di oliva o al massimo l’olio di soia per condire. Per friggere l’olio di
arachidi.




