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GENNAIO/FEBBRAIO 2015

ETICHETTE

La coltivazione di palme da olio sta sottraendo terreno

a foreste dal valore inestimabile, comprese antiche fo-

reste pluviali caratterizzate dalla presenza di ecosistemi

irripetibili al mondo. C’è addirittura un filone di ricerca

scientifica che attribuisce al fenomeno deforestazione

un ruolo significativo nella diffusione del contagio di

Ebola. Anche un rapporto appena pubblicato dall’Or-

ganizzazionemondiale della sanità sembra convalidare

l’ipotesi che questa devastazione degli habitat abbia

contribuito a propagare il virus.

I ricercatori della University of Minnesota, la FAO e

altre istituzioni, hanno ipotizzato che per colpa di

gravi alterazioni negli ecosistemi forestali sia stato

rotto un equilibrio che teneva il virus nel profondo

delle foreste, lontano dagli insediamenti umani.

La distruzione delle foreste vergini e la sostituzione

con vaste monocolture potrebbe aver facilitato il pas-

saggio del virus dalla fauna selvatica agli ospiti umani.

COOP, ESSELUNGA, IKEA E LD

MARKET MD SONO ALCUNE DELLE

INSEGNE CHE HANNO ADERITO

ALLA PETIZIONE PROMOSSA

DA IL FATTO ALIMENTARE

La posizione di COOP

Coop

da molti anni ha una sua precisa politica nutri-

zionale. Ed è in base a questa che ha svolto prima una

classificazione della qualità nutrizionale delle sostanze

grasse sentendo il parere del mondo scientifico, per

avviare poi azioni concrete di miglioramento.

Dal 2005 ha quindi eliminato l’utilizzo di grassi idro-

genati, per il potenziale rischio di presenza dei cosid-

detti acidi grassi trans, e per quanto concerne i grassi

tropicali (tra cui appunto l’olio di palma, ma anche il

cocco, il palmisto) sono stati eliminati da molti prodotti:

per esempio da tutti quelli provenienti da agricoltura

biologica (la linea “

Vivi Verde

”), ma anche da tutti quelli

destinati ai piccolissimi (la linea “

Crescendo

”), da quella

per i bambini (“

Club 4-10

”) e da tanti altri, preferendo

grassi più nobili, come l’olio extravergine, i monose-

me o il burro. La questione legata alla deforestazione

provocata per consentire la coltivazione di palme da

olio è un altro dei problemi seri che vanno combattuti

e su cui Coop ha assunto una policy specifica aderen-

do alla richiesta di moratoria lanciata da Greenpeace

nel 2009 e chiedendo a tutti i fornitori di sospendere

l’approvvigionamento di olio di palma di provenienza

indonesiana, in assenza di garanzie concrete sulla ge-

stione sostenibile di queste coltivazioni.

IL PARERE DELLA NUTRIZIONISTA

Eliminare l’olio di palma è l’obiettivo. In molti però si

pongono il quesito se il burro possa rappresentare

una valida alternativa. Ma andiamo con ordine.

Il burro è un grasso di origine animale (questo

potrebbe essere un punto a suo sfavore) e 100 g di

burro contengono circa 0,250 g di Colesterolo (altro

punto a suo sfavore) ma:

- il burro non è fatto solo di grasso contiene anche

il 18% di acqua, 1% di proteine del latte e l’1% di

lattosio (lo zucchero del latte)

- il vantaggio del burro è che su 100 g di prodotto

si mangia solo 80 g di grasso puro di cui 0.25 g di

colesterolo. (Dott.ssa Simona Sampirisi)