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NOVEMBRE/DICEMBRE 2014
c
he gli italiani siano cono-
sciuti nel mondo per pasta e
pizza è risaputo. Un immagi-
nario che ormai si è attestato
in ogni continente, tanto da influenzare
la percezione del Bel Paese all’estero.
Ma quali sono effettivamente i dati relati-
vi al consumo di pasta nel nostro paese?
E quelli della produzione? Una risposta
esaustiva inmerito la fornisceAidepi che,
per il 2013, parla di una produzione di
3 milioni e 400 mila tonnellate (pari a
4.642 milioni di euro), di un export di
un milione e 900 mila tonnellate (circa
2 milioni di euro) e di un milione e
cinquecentomila tonnellate di consumi
totali. Che hanno una media pro capite
di 25,30 chilogrammi.
Nonostante i consumi e le tipologie
dell’offerta siano alti in Italia (Aidepi
parla oggi di oltre 200 tipologie di pa-
sta), purtroppo anche questo mercato
sta risentendo del contesto economico.
Ma non solo: sulla dinamica negativa
degli acquisti di pasta in Italia incido-
no anche altri fattori, come il cambio
di abitudini alimentari, una vita sem-
pre più frenetica, poche occasioni per
consumare con calma un pasto a casa
propria, modelli estetici orientati ad una
“dieta continua” e un’offerta alimentare
da parte della Grande Distribuzione in-
centrata su una preparazione “veloce”.
Ma qual è l’andamento delle vendite di
pasta all’interno del canale moderno?
Come possono essere valutate le perfor-
mance di questo importante mercato e
quali sono i driver di crescita e/o di svi-
luppo che possiamo individuare? Quali
le principali problematiche?
La pasta di semola secca
Dall’analisi delle vendite nel canale mo-
derno la pasta secca, con quasi 700 mila
tonnellate, è il primo piatto principale
sulla tavola degli italiani con un indice di
penetrazionenelle famigliemoltoelevato
e una distribuzione che presenta al Sud
un’alta concentrazione.
Il business della pasta soffre negli ultimi
mesi più in termini di fatturato (-1,4%) che
di volume (-1%), con un 2014 che vede
accelerare la flessione (-1,5% a volume).
Ciò è dovuto al forte aumento della pres-
sione promozionale guidata dai princi-
pali player. Oltre il 48% dei volumi è
venduto in promozione. Ciò determina
una riduzione del prezzo medio: oggi
un chilo di pasta costa mediamente 1,29
euro. Il calo non è però generalizzato in
tutta Italia, le regioni del Centro Sud, da
sempre molto importanti per il mercato,
stanno facendo registrare una crescita
in contrapposizione al Nord (soprattut-
to Nord Ovest) dove la perdita di volu-
mi è importante. Sicuramente il Nord è
MERCATO
In collaborazione con
UN SEGMENTO FORTEMENTE PROMOZIONATO IN CUI
I CONSUMATORI PREMIANO ANCORA I NUOVI LANCI
E LE PROPOSTE AD HOC PER SPECIFICHE ESIGENZE
Pasta, il must
è innovare
25,30 kg
MEDIA ANNUA DI CONSUMI
PRO CAPITE




