FEB. MAR. 2017
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sente sulla tavola (si può tranquilla-
mente affiancare a un intero menù
giapponese e non relegarlo al solo
assaggio finale come capita oggi), il
Sake ha suscitato l’attenzione del-
la miscelazione italiana, portando
risultati di tutto riguardo, coinvol-
gendo nomi di fama internazionale
come Gian Nicola Libardi, eletto
Maestro Sake 2017 dopo un con-
test che lo ha messo a confronto
con importanti professionisti del
settore.
La tua fama di barman dalle gran-
di qualità cresce inmodo esponen-
ziale. Successo tuttomeritato visto
che, da poco, hai ricevuto un altro
premio.Haiqualchestrategiaparti-
colareperpreparartiaunconcorso?
Non seguo mai strategie e non fac-
cio mai programmi validi per ogni
situazione. Ogni concorso, al quale
decido di partecipare, ha una storia
e una preparazione a sé. Da tempo
seguo la cucina asiatica perché mi
appassiona, soprattutto il riso, lo
trovo un alimento incredibile. Di
conseguenza, ho iniziato a studiare
anche il Sake e, quando ho visto
il concorso Sake Maestro 2017 ho
deciso di partecipare. Direi che so-
no state diverse coincidenze messe
assieme. L’importante è concentrar-
si sull’argomento, conoscerlo bene,
capire ciò che richiede il concorso
stesso e valutare la giuria, cercando
di conquistarla con idee creative
e nuove.
Come si compete con nomi impor-
tanti del settore?
Considerando che ognuno dei com-
petitors dà il massimo, credo sia fon-
damentale focalizzarsi sul proprio
lavoro cercando di offrire il meglio
della propria creatività. In eventi co-
me questi, dove i partecipanti sono
qualificati e tutti professionisti, si
trova anche uno scambio d’infor-
mazioni e un confronto reciproco.
Tutto ciò aiuta la crescita di ognuno.
Quali sono i 4 oggetti o ingre-
dienti che non mancano mai sul
tuo bancone? Perché ti sono così
indispensabili?
In assoluto non devonomai mancare
l’allegria e l’accoglienza. Sono fon-
damentali per creare la giusta atmo-
sfera, mettere a proprio agio i clienti
e dar loro una valida motivazione
per ritornare! Non basta più fare
un buon drink, l’esperienza deve
essere completa, compresa quella
emozionale. Parlando d’ingredienti,
invece, non ne ho alcuni prediletti
rispetto ad altri; amo soprattutto
usare i prodotti territoriali e poche
eccellenze che arrivano dal mondo,
magari meno note, proprio come
è successo con il Sake. In questo
caso ho saputo proporlo in modo
personalizzato.
Quando hai scoperto il Sake per
la prima volta
?
Ho conosciuto questa bevanda un
po’ di anni fa con un grosso limi-




