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FEB. MAR. 2017

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miglior metodo di conservazio-

ne: sia per il mantenimento delle

proprietà organolettiche, sia per

quelle nutritive – spiega Renato

Collodoro, chef patron di diversi

ristoranti nonché autore del libro

“Il Sogno di aprire un ristorante e

di non chiuderlo prima di svegliar-

si” – Quello che fa la differenza è

la qualità del prodotto all’origine,

e la freschezza nel momento in

cui viene surgelato. Le opportunità

sono ovviamente legate alle scelte

di menù che si vogliono adottare.

Un menù vario, che segue le richie-

ste della clientela, non può fare a

meno di utilizzare prodotti fuori

stagione, e di conseguenza ricor-

rere al surgelato. Ma se vogliamo

considerare anche un menù basato

sulla stagionalità e la tradizione, ad

esempio quello di un agriturismo,

è corretto pensare che l’eccedenza

del raccolto dell’orto, possa esse-

re congelato e utilizzato ancora in

seguito per continuare a fare dei

buoni minestroni. E che dire dei

funghi che si raccolgono in que-

sto periodo, quelli che avanzano,

li buttiamo? Nella gestione di un

ristorante ci vuole buon senso; del

attrezzature – spiega Fabio Tacchel-

la, chef e titolare del ristorante An-

tica Pesa di Stallavena (Vr), nonché

consulente gastronomo e formatore

nel settore industriale alimentare

– La tecnologia consente di velociz-

zare tantissimo il lavoro in cucina,

ma sono veramente pochi quelli

che conoscono gli effettivi vantaggi

di queste attrezzature.

Addirittura c’è qualcuno che ne fa

un uso errato, compromettendo la

genuinità del prodotto. Bisogne-

rebbe mettere il “bollino blu” anche

sul “fai da te” (sono tanti coloro

che congelano “male” i prodotti

freschi). Allora, perché non usare

i surgelati “industriali” anche nella

ristorazione? Questi ultimi consen-

tono di poter disporre di una vasta

gamma di alimenti in tutte le sta-

gioni dell’anno già pronti per l’uso,

garantiscono un notevole rispar-

mio di tempo a chi lavora in cucina

oltre che mantenere inalterato il

valore nutritivo e le proprietà or-

ganolettiche degli alimenti. Basta

solo saperli valorizzare in maniera

creativa. D’altro canto non è questo

il lavoro dello chef?”.

resto è quello che facciamo anche

nell’economia domestica”.

“Fare formazione: questo serve al

settore della ristorazione. Quando

parliamo di formazione intendiamo

anche la necessità di spiegare al

personale il corretto utilizzo delle

Renato Collodoro

Fabio Tacchella

IN DISPENSA