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di pensare che solo chi fa questo

genere di attività si debba preoccu-

pare della conservazione. «Sono ben

pochi ormai – sottolinea Cocchi – i

ristoranti che possono permettersi di

fare cucina espressa, cioè di prendere

un alimento, trasformarlo e servirlo

in pochi decine di minuti. Tutti ormai

hanno qualcosa di pronto all’uso, ma

non tutti seguono le corrette pratiche

di conservazione, con l’abbattimento

rapido della temperatura. Di conse-

guenza il mantenimento successivo è

sbagliato». La conservazione diventa

quindi parte di una metodologia di

lavoro: il cook and chill usata or-

mai ampiamente nella ristorazione

di tutti i livelli. Meno problematica

è la gestione dei prodotti secchi. «È

chiaro però che se il magazzino è

umido, sporco, troppo caldo o con

presenza di muffe – sottolinea – an-

che la gestione di questi alimenti

diventa difficile, ma ci si augura che

queste condizioni non si verifichino.

Un locale con queste criticità non

dovrebbe nemmeno essere aperto».

Quello che conta è che curare la

conservazione diventi una prassi co-

mune nell’operato di tutti i membri

di una brigata. «L’aiuto di cucina, in

particolare – spiega Cocchi – deve

controllare ogni giorno lo stato dei

frigoriferi, la quantità di alimento

conservato, il ghiaccio del pesce...

anche se questo ruolo è mutato

con la diffusione dell’abbattimento

negativo. Una volta si concepiva la

congelazione come strumento per

“salvare” il prodotto deperibile vici-

no alla scadenza, per farlo durare di

più. Oggi, fortunatamente si è capito

che è un mezzo per preservare la

freschezza del prodotto fresco fino

al momento del servizio».

In generale, di qualunque categoria di alimento si tratti,

valgono le regole del buon senso, che purtroppo talvolta

vengono disattese. «Gli alimenti stoccati – sottolinea Marco

Valerio Sarti – devono essere conservati nelle migliori

condizioni igieniche possibili. Per fare questo è necessario

impiegare pellicole protettive trasparenti in cui avvolgerli

e contenitori con coperchio, sanificabili, in cui riporli.

È opportuno stoccare gli alimenti ordinatamente

separandoli per tipologia».

Facile, sulla carta, nella pratica qualche sbaglio si verifica.

«I principali errori – conclude – sono causati dalla fretta

e dalla mancanza di tempo, ma anche dalla disattenzione

e dalla scarsa sensibilità degli operatori. Gli esempi più

emblematici sono rappresentati dalla presenza di alimenti

non protetti riposti in cella o in frigorifero, oppure dalla

promiscuità di derrate all’interno degli stessi scomparti».

Igiene anzitutto