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AGO. SET. 2016

23

cuni rari casi, se il parassita non viene

espulso con le feci, si può arrivare a

peritonite e perforazione intestinale.

L’unico strumentoanostradisposi-

zione per prevenire tale infezione

è una cottura adeguata (60°C) o il

congelamento per 24 ore, in grado

di uccidere

Anisakis.

MERCURIO NEI PESCI, PERCHÈ

SOPRATTUTTO NEL TONNO E

SPADA.

Estremamente attuale è il

tema della contaminazione da

me-

tilmercurio

, la forma di mercurio

organico più comune nella catena

alimentare e anche la più tossica.

L’uomo può esserne contaminato

in seguito all’assunzione frequente

di pesci, soprattutto di grossa taglia

(come palombo, verdesca, smeriglio,

tonno, spada ecc.), in cui le quantità

di metallo sono maggiori. Ciò è di-

peso da un processo chiamato bio-

magnificazione

: il mercurio tende

ad accumularsi maggiormente nei

pesci predatori perché quest’ulti-

mi, nutrendosi di altri pesci, ne

“ereditano” via via la quota che

le loro prede avevano a loro volta

immagazzinato.

Il metilmercurio,

una volta all’interno del nostro or-

ganismo, si accumula soprattutto nei

globuli rossi che lo trasportano nei

tessuti attraverso il sangue. Arriva alla

ghiandolamammaria e passa nel latte

materno. Contrariamente al mercurio

inorganico, il metilmercurio è inoltre

in grado di attraversare la placenta,

la barriera cerebrale e quella cerebro-

spinale, raggiungendo così cervello

e sistema nervoso centrale.

Studi recenti hanno confermato il

nesso tra l’esposizione fetale al me-

tilmercurio e il ridotto sviluppo neu-

rologico del bambino. Non sono stati

evidenziati effetti negativi a livello

neurologiconel casodella popolazio-

ne adulta, solo a livello gastroenteri-

co.

Nessun problema

, invece,

per

i pesci di piccola taglia e il tonno

in scatola

o

quello

“fresco” che si

trova al supermercato, generalmente

della specie pinne gialle (di piccola

taglia), in cui i valori di metilmercurio

appaiono sempre ampiamente entro

i limiti di legge.

sando

l’anisakiasi invasiva

; i sinto-

mi si manifestano dopo alcune ore

dall’ingestione di pesce crudo o poco

cotto, fino a due settimane dopo,

per questo motivo non sempre la

diagnosi è facile e tempestiva.

La sintomatologia è variabile da per-

sona a persona, ciò dipende anche

dalle condizioni cliniche dell’ospite.

Si possono verificare forme gastro-

enteriche blande a rapida insorgen-

za con dolori addominali, talvolta

accompagnate da nausea e vomito,

fino a forme diarroiche importanti,

con presenza di muco e sangue nelle

feci, oppure forme orticarioidi fino

allo shock anafilattico o, ancora, con

sintomi reumatologici e febbre. In al-

L

a dottoressa Barbara Panterna è un Medico-Chirurgo

con Perfezionamento universitario in Nutrizione

umana conseguito presso l’Università Statale

di Milano. Si occupa di educazione alimentare e geriatria,

docente/formatore per la Regione Lombardia nei/di Corsi

di Primo Soccorso e Microbiologia. Autrice di diversi

articoli di carattere medico/scientifico e di romanzi

presenti su Amazon libri. Ha recentemente pubblicato

con Passoni Editore: Storie di ordinaria ginecologia,

distribuito in Italia da Bayer farmaceutica. Svolge la sua

attività medica a Milano in regime di libera professione.

Bio