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IN CUCINA

AGO. SET. 2016

22

P

rima di entrare nel vivo

della questione facciamo

una piccola premessa: in

questo contesto prende-

remo in considerazione sia

pesci nel

senso stretto del termine

che

frutti

dimare

quali

molluschi

e

crostacei

.

In generale, tutti i “pesci” consu-

mati crudi o poco cotti possono

rappresentare un rischio per la

nostra salute

ma, per i pesci in

senso stretto, visto che per “cultura

culinaria” vengono più frequente-

mente consumati cotti, il rischio di

causare patologie si riduce. Al con-

trario, i molluschi e i crostacei, più

frequentemente commercializzati e

mangiati crudi o parzialmente cotti,

sono maggiormente responsabili di

malattie associate a microrganismi.

In natura esistono vari tipi di mi-

crorganismi potenzialmentepatogeni

(batteri, virus, parassiti ecc.) presenti

nei cibi crudi o poco cotti che, una

volta ingeriti dall’uomo, possono

sviluppare disturbi di vario genere.

Soloper citarne alcuni: Listeria, E. Co-

li, Salmonella, virus dell’EpatiteAecc.

Salmonella

: batterio contenutonella

carne, soprattutto nel pollame, nelle

uova e nei frutti di mare crudi o poco

cotti. Può causare una sindrome ga-

stroenterica caratterizzata da vomito,

nausea, diarrea, febbre e dolori ad-

dominali diffusi che insorgono dopo

qualche giorno dall’ingestione dei

cibi a rischio.

Virus dell’Epatite A

: causa una

malattia infettiva acuta del fegato

caratterizzata da disturbi di vario ti-

po. La gravità della sintomatologia

varia a seconda dell’età del paziente.

I bambini possono non mostrare al-

cun sintomo, mentre negli adulti la

malattia puòmanifestarsi con sintomi

simil-influenzali lievi (generalmente

da 2 a 7 settimane dopo il contat-

che possono essere ingerite da ospiti

intermedi, di solito piccoli crostacei,

vittime a loro volta di un secondo

ospite intermedio, cioè il pesce, dove

l’

Anisakis

termina il suo ciclo larvale.

Il pesce contenente

Anisakis adulto

può essere ingerito nuovamente dai

mammiferimarini (che rappresentano

l’ospite definitivo in cui il parassita

puòcompletare il suociclobiologico),

oppure può trovarsi accidentalmente

in un altro ospite, definito appunto

accidentale

(nel quale il parassitanon

evolve a successivi stadi di sviluppo),

chepuòessere l’uomo sequest’ultimo

si ciba di pesce crudo o poco cotto

che contenga al suo interno la larva

di

Anisakis

.

Dopo l’ingestione delle carni infet-

te,

Anisakis

penetra nella parete del

tratto gastrointestinale umano cau-

to con il virus), come stanchezza/

spossatezza, febbre (fino a 38 °C),

perdita di appetito, nausea, mal di

testa, dolori muscolari, dolore all’ad-

dome (al di sotto delle costole, sul

lato destro, in corrispondenza del

fegato). Causa comune di infezione

è il consumo di acqua o cibi crudi o

non cotti a sufficienza, soprattutto

molluschi, contaminati conmateriale

fecale contenente il virus.

Anisakis simplex

: il più conosciuto

tra i parassiti. Appartiene alla famiglia

dei Nematodi e si presenta sotto forma

di piccolo verme, lungo circa 2 cm e

molto sottile, che completa il suo ciclo

biologiconeimammiferimarini (bale-

ne, foche, delfini) nei quali deposita le

uova che, successivamente tramite le

loro feci, vengono rilasciate in mare.

Qui, le uova si trasformano in larve

A CURA DI MARIA ELENA DIPACE

Crudi alla meta!

Quali sono i rischi legati al consumo del pesce crudo?

La Dottoressa Barbara Panterna traccia

un vademecum utile a tutti i ristoratori che offrono

questo tipo di alimento

IN COLLABORAZIONE

CON LA DR.SSA BARBARA PANTERNA