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APR. MAG. 2016

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- La cucina non prescinde

dal concetto di sostenibilità,

che non riguarda solo i pro-

cessi di produzione ma an-

che l’etica d’impresa, priva

da qualsiasi forma di sfrutta-

mentoodi scopi commerciali

e promozionali.

9

- La cucina indaga sui meto-

di di conservazione, capaci di

arricchire e prolungare la lon-

gevità di un alimento.

10

- La cucina pone grande

attenzione allo studio delle

temperature del servizio, fon-

damentali per la valorizzazio-

ne di una pietanza.

Romito: il territorio,

la tradizione, l’essenzialità

E se Massimo Bottura propo-

ne ilManifestodel cuococon-

temporaneo, Niko Romito (ri-

storante Reale) rivendica di

essersi fatto contaminare dal

suo territorio. E nel fantastico

isolamento di Rivisondoli si

dedica allo studio e alla ricer-

ca per ridare essenzialità ed

equilibrio alla cucina tradizio-

nale. «Cerco di creare piatti in

gradodi dialogarecon il clien-

te», ha affermato.

E con uno sguardo che va

oltre l’estemporaneità, ha

concentrato il suo interven-

to sull’importanza del format,

sulla standardizzazione di un

modello ripetibile perché i di-

versi locali che portano il suo

marchio possano dare le me-

desime esperienze ai com-

mensali. Come a dire: l’alta

cucina nell’epoca della sua

riproducibilità tecnica.

(Fabrizio Gomarasca)

matica ed emozionale, dei

propri dipendenti, nell’assicu-

rare continuità e sostenibilità

all’attività, e della società nel

suo complesso, in termini di

legameconiterritori,conleat-

tivitàchevisisvolgonoedi im-

pegnosocialeeambientale(la

lotta allo spreco, per esempio).

Insommailcibo(elaristorazio-

ne)chefaticosamentecercadi

prendere le distanze dai riti e

dal bel gesto che tanta presa

fanelpubbliconazionaltelevi-

sivo popolare, tanto da far cre-

dere a masse di persone, gio-

vani o meno giovani, che fare

il cuoco sia una scorciatoia per

diventare un maître à penser

della nostra era.

La nuova tavola italiana

di Lopriore

Le riflessioni di Paolo Loprio-

pre (ristorante Tre Cristi), per

esempio, cercano di superare

il mantra dell’impiattamen-

to, per sviluppare una nuova

idea di servizio in tavola. L’i-

dentità del cuoco, sintetizzia-

mo, non deve più esprimersi

nell’impiattamento, ma deve

tornare a riappropriarsi della

cucina. E al tavolo la gestione

è di chi mangia. Allora, perché

non fare aprire ai commensali

il vino? La “ricetta” di Lopriore

è semplice: piatto di porta-

ta e complementi separati,

in modo che chi è al tavolo

possa ricomporsi il piatto in

funzione dei propri gusti (ed

eventuali allergie o intolleran-

ze). Per aiutarsi in questo per-

corso Lopriore ha incontrato

il designer Andrea Salvetti,

che ha ideato due particolari

attrezzature-sculture: una per

la cottura a vapore e l’altra,

una sorta di piastra coperta

da una cloche, per terminare

le cotture in sala. Ma senza la

presenzadellochef. Il compito

di guidare i commensali è affi-

dato a una nuova figura di ca-

meriere,sortadialteregodello

chef in quanto divulgatore di

conoscenza ma anche in gra-

do di sostituirlo negli acquisti

sul mercato e di talent scout

di specialità e di produttori e

prodotti del territorio. Un’idea

nuova che riformula il ruolo

dello chef e del cameriere più

in linea con la società della co-

noscenza: meno scenografico

il primo, più dentro alle cose

il secondo, per fare del tavolo

del ristorante un luogo dove

fare esperienze.

Il decalogo della cucina

di Battisti

Ma il ristorante è anche un’im-

presa. Ed ecco che Cesare Bat-

tisti (ristorante Ratanà) dise-

gna un decalogo della cucina

diunmodernoristorantedove

trova spazio anche l’idea di so-

stenibilità economica dell’im-

presa. Ha commentato Polo

Marchi: «Uno può progettare

un ristorante perfetto, etico,

ecologico, no-sprechi, pia-

cevole, con una gran cucina

e un servizio inappuntabile:

ma la baracca deve reggersi,

altrimenti è inutile. Quello che

si disegna sulla carta deve poi

essere realistico, poi bisogna

pagare dipendenti e tasse. La

sola teoria serve a poco».

EccoalloraildecalogodiBattisti:

1

- La cucina non è un eserci-

zio narcisisticoma si alimenta

attraverso lo scambio di iden-

tità: il dialogo è una premessa

fondamentale.

2

- La cucina è un atto umi-

le e democratico: un piatto

non mette mai in soggezio-

ne e risulta comprensibile al

maggior numero possibile di

persone.

3

- La cucina rilegge critica-

mente la tradizione: non ac-

cetta mai dogmi, pratica il

dubbio e s’interroga costan-

temente sui suoi fondamenti

e sulle preparazioni base, mu-

tevoli nel tempo.

4

- La cucina innova allegge-

rendo le ricette della tradizio-

ne ma al contempo concen-

tra i sapori, che sono sempre

riconoscibili, in numero ridot-

to e ben distinti tra loro.

5

- La cucina valorizza il lavoro

dei produttori virtuosi, senza

il quale non può esistere uno

sviluppo tecnico. Compito

del cuoco è studiare a fondo,

riconoscere e isolare l’essenza

di un grande prodotto per re-

stituirla al cliente.

6

- La cucina si fonda sui con-

cetti di freschezza e stagiona-

lità di ogni genere alimentare:

è fondamentale saper atten-

dere la corretta maturazione

diunprodottoe lavorarlosolo

nel momento del suo picco

organolettico.

7

- La cucina utilizza e valoriz-

za al massimo ciascuna com-

ponente commestibile di un

prodotto.

Paolo Lopriore

Foto Brambilla-Serrani

Cesare Battisti

Foto Brambilla-Serrani

Niko Romito

Foto Brambilla-Serrani