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APR. MAG. 2016

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F

ino a qualche anno fa pochi conoscevano la quinoa. Era cibo per

pochi eletti. Oggi è un prodotto trendy e si trova con facilità al

supermercato. I grandi produttori di pasta cominciano a inserire

referenze ricavate da legumi o altra verdura. Anche questa è una

tendenza che stiamo vedendo sempre più spesso. L’onda lunga

dei prodotti vegetariani partita dagli scaffali dei supermercati sta arrivando

nel mondo horeca. Nelle grandi città su cinque locali (bar e ristoranti) che

aprono, due sono all’insegna dell’offerta a tutto benessere. E questa tendenza

si sta diffondendo, con le dovute differenze, anche nella provincia.

Insomma, biologico, vegetariano e vegano, ma mettiamoci anche il senza

glutine, sono ormai parte del nostro paesaggio professionale. Quello che ci

chiediamo è: si tratta di una moda passeggera o di un fenomeno destinato a

caratterizzare sempre di più la nostra professione? Da operatore, a contatto

quotidianamente con clienti della ristorazione, la mia risposta è: no, non è

una moda momentanea. Ma è una risposta dettata dalla sensibilità e dall’e-

sperienza di tanti anni sul mercato.

Ci soccorre allora l’Eurispes. Il noto istituto di ricerca stima che nel 2016 gli

italiani vegetariani e vegani costituiscano l’8% della popolazione, in netta

crescita rispetto al 5,7% del 2014. Il 7,1% ha eliminato totalmente carne e

pesce dalla propria alimentazione e quelli che si definiscono vegani, cioè

adottano una dieta esclusivamente vegetariana, sono lo 0,9%. Ma se guardia-

mo alle motivazioni di queste scelte, troviamo le ragioni per cui ritengo che

non si tratti di una moda. Il 46% infatti afferma di fare una scelta legata alla

salute e al benessere. Il 30% lo fa per sensibilità nei confronti degli animali e

il 12% per sensibilità nei confronti dell’ambiente. Motivazioni solide, quindi,

che fanno propendere per scelte ponderate e destinate a durare.

Se quindi non si tratta di fenomeni passeggeri, noi come operatori della ri-

storazione dobbiamo porvi molta attenzione, per alcuni motivi. Perché dob-

biamo essere pronti a far fronte a un aumento delle richieste da parte dei

nostri clienti, che a loro volta dovranno dare risposte ai consumatori. E per-

ché dobbiamo riuscire a guardare avanti, in una logica di sostenibilità eco-

nomica per le nostre imprese e per quelle dei nostri clienti. Non possiamo,

in sostanza, stare fermi mentre il mercato si muove in una certa direzione.

Come Cooperativa Italiana Catering abbiamo fatto di questa capacità di leg-

gere con anticipo il mercato una delle nostre caratteristiche. Anche in questo

caso stiamo inserendo referenze destinate a questa area di consumo e abbia-

mo allo studio un vero e proprio progetto destinato all’area del benessere a

tavola. Dei nostri clienti e delle nostre aziende.

DAL VEGGIE AL BIO,

IL BENESSERE AL RISTORANTE

Silvestro Panconi - Consigliere d’amministrazione

Cooperativa Italiana Catering

IL PUNTO