DIC. GEN. 2016
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che i ristoranti tradizionali dovranno
tenere bene in mente.
«Sarà necessario aumentare l’offerta
pensando a menù che possono af-
frontare tutti, con alcuni piatti veloci
che attirino nuovi clienti. E magari
anche cambiare orari adattandosi ai
nuovi stili e ai nuovi flussi (da rive-
dere con l’arrivo di due nuove linee
della metro)».
TENERE ALTA L’ATTENZIONE.
Come far sì che questo capitale di
visibilità e attenzione non vada per-
duto? «Si sta lavorando per continua-
re quel sistema che ha funzionato
di collaborazione tra associazioni,
aziende e istituzioni. Il 2016 sconterà
l’effetto del dopo Expo – afferma
Maurizio Naro –. Noi ci proponia-
mo come interlocutore per mante-
nere la città di Milano sulla bocca
di tutti. Occorre ampliare l’offerta di
turismi che garantiscano esperienze
diverse, dall’enogastronomia all’arte
allo sport, e fare sistema utilizzando
le capacità di tutti per continuare
a cavalcare l’onda lunga di questa
esperienza davvero unica».
Oggi, a poche settimane dalla fine,
la città è orfana delle migliaia di
turisti stranieri e rischia di perdere
quell’allure internazionale, con scrit-
te bilingue ovunque e annunci in
inglese in metropolitana.
«È importantissimo continuare ad in-
vestire e non perdere quello spirito
utilizzato nell’affrontare Expo, con
lo sforzo di presentarsi nel miglior
modo possibile. Bisogna continuare
ad accogliere e accompagnare chi ar-
riva. Per vendergli ciò che più cerca,
quell’Italian Style che è un mix di
genialità e creatività, gusto, nel man-
giare come nel vestire, e sensibilità
al bello» conclude Zini.
si accendessero le luci dell’Albero della Vita. La città mobile, la
movida expocircuitata è una storia, invece, un tantino gonfiata, e
quasi commovente nei suoi tratti di buonismo socioculturale e di
ottimismo metropolitano.
La realtà, come spesso accade, è altra. I giovani, nonostante
Expo, continuano a migrare verso le vere capitali
dell’innovazione; la “grande bellezza” delle torri di Porta Nuova
e di CityLife non é riuscita a rendere più vivibile e percorribile la
città, non raramente dissestata e piena di pozzanghere anche
nelle vie più cool (bastano quattro passi in via Tortona); le
imprese del terzo settore fanno di Milano il polo d’avanguardia
della sostenibilità ambientale e sociale, ma la crisi degli asili
nido è endemica e i ragazzi non sanno dove giocare se non
rispecchiandosi nei piccoli e grandi schermi; ma soprattutto
la città non sembra rendersi conto dei cambiamenti che
caratterizzano la sua popolazione. Prendiamo alcuni dati di una
recente analisi condotta da Francesca Zajczyk dell’Università
Milano Bicocca.Nel capoluogo lombardo quasi una famiglia
su due è composta da single, la maggior parte delle coppie
si sposa con rito civile e le famiglie di fatto in dieci anni sono
raddoppiate. Crescono i nuclei con un solo genitore e un figlio
minore, erano il 7,6% nel 2003, sono diventate il 9,7 dieci anni
dopo, mentre il capofamiglia donna passa dal 6,2 al 10%. Si
potrebbe proseguire, ma il senso è chiaro. Le tendenze dipingono
una metropoli in continua evoluzione, con perimetri di famiglia
inediti, troppo poco rispecchiati dall’organizzazione dei servizi.
Pensiamo alla maniera in cui si potrebbe rendere flessibile la
gestione del tempo per le o i capifamiglia nuovi. Il processo di
secolarizzazione e di individualizzazione sta caratterizzando
Milano, ma la città appare troppo impegnata a raccontare se
stessa ai media nel suo dopo Expo. Quando sentiamo parlare
di Laboratorio Milano, condividiamo l’orgoglio di una città che
rivendica molti primati, ma non quello di saper intercettare i veri
bisogni della sua popolazione che evolve velocemente in nuove
forme di socialità che a loro volta richiedono contenitori inediti.
Lo storytelling non basta. Milano, abbiamo visto, si sa raccontare
bene, e sa emozionare e intrattenere al meglio.
Ma non basta. Esistono sempre più persone con nuove esigenze,
oggi più presenti nell’area che chiamiamo Milano, domani
probabilmente in tutto il Paese.
Nessun dorma!
di Giuseppe Minoia, Gfk-Eurisko
Expo per Milano
321
nuove aperture nel comune
di Milano nel periodo maggio-
settembre, quasi la totalità (284)
riguardano la ristorazione mobile;
420 nuove attività (su un totale di
17mila) nella provincia lombarda
1,2 -3,5
miliardi
di
euro la spesa turistica nella
ristorazione grazie a Expo (stima)
(Confcommercio Mi/Lodi)
1
miliardo
l’indotto Expo per
Milano città (Comune di Milano)
+20%
di turisti
su Milano
periodo maggio-settembre:+9%
a maggio, +12 a giugno, +19 a
luglio e +49% ad agosto
619,4
milioni
di euro la spesa
totale dei consumatori esteri a
Milano maggio-ottobre (+27%
sullo stesso periodo 2014); 179
milioni di euro in abbigliamento,
136,7 milioni di euro in alberghi
e strutture ricettive, 64,4 milioni
in negozi al dettaglio e delle vie
centrali milanesi, 49,5 milioni
in ristorazione e 31,5 milioni in
grandi magazzini/grandi catene
retail (Fonte: VISA)




