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GIU. LUG. 2015

38

N

ell’evoluzione della

cucina si è fatta sem-

pre più strada una

contrapposizione tra

cotture lente e cotture veloci, tra

basse temperature per lungo tempo

e alte temperature per una cottura

rapida. In realtà è una questione mal

posta, perché in cucina non esiste il

“pensiero unico”, vale a dire che ogni

alimento fornisce il massimo della

resa se correttamente cotto, abbattuto

e conservato.

Ma vediamo qualche esempio. Po-

tremmocuocereun filettodi branzino

a temperatura dolce, per mantenere

intatte le sue caratteristiche, e fin qui

siamo tutti d’accordo. Lo stesso bran-

zino, però, nonpuò essere sottoposto

auna cotturaprolungataperché la sua

consistenza risulterebbe “sfaldata”, la

polpa sfibrata, stracciata. Al contra-

rio un pezzo di carne richiede una

cottura molto lunga, proporzionata

al taglio (maggiore tempo per i ta-

gli tipo stinco, spalla, muscoli, ecc.).

Uno spezzatino, unpezzodi spalla, di

muscolo, la coppa, vogliono cotture

molto lunghe e a bassa temperatura,

permettendoalla strutturadi cuocere,

ammorbidirsi, maturare, diventando

morbida, ma anche sugosa e sapori-

ta. Se cuciniamo invece un filetto di

manzo, maiale o vitello, alla griglia, e

facciamo una cottura in bassa tempe-

ratura, al raggiungimento del grado

desiderato bisogna fermarla.

NON CI SONO QUINDI REGOLE

PRECISE

e univoche: ogni chef pre-

dilige una cottura rispetto all’altra,

in funzione del cibo che cucina. Io

personalmente prediligo le cotture

lunghe delle carni, mi affascina il

concetto della sugosità, dei profumi,

della morbidezza, della facilità di di-

gestione, ecc.

Dal mio punto di vista deve esserci

una fusione delle due tecniche di cot-

tura, partendo da una cucina lunga,

lenta, permolte ore, per passare a una

rigenerazione della stessa ricetta (in

particolare di carne) in modo veloce,

facile, breve.

Prendiamo per esempio un filone di

manzoda utilizzare come tagliata (ro-

astbeef, costata senza osso, cuberoll,

scamone, ecc.), dove in primis ese-

guirei una maturazione lenta della

carne, donando una sanificazione

alla stessa, per bloccare all’interno i

succhi, le loro proprietà, i loro pro-

fumi, e sapori. Una volta cotta in

bassa temperatura, la carne viene

messa in abbattitore di temperatura

e conservata in frigorifero a +3°C.

Quando dobbiamo fare una classica

tagliata o un’entrecôte, prendiamo

una fetta di carne cotta fredda (la

carne in questione, cotta in bassa

temperatura risulta uniformemente

rosa e non grigia all’interno) e si met-

te sopra un griglia molto calda per

pochissimo tempo. In questo caso

la carne macellata non deve essere

Cucinare fast o slow?

I pro e i contro

IN CUCINA

DI GREGORI NALON

WWW.GREGORICHEF.IT

Non servono posizioni di

principio tra cotture lente o

rapide. È il cibo stesso che

def inisce quale utilizzare.

Ma spesso è l’unione delle

due tecniche che dà i migliori

risultati. Specie con la carne