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GIU. LUG. 2013
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N
el perdurante clima di incertezza economica, per chi fa il nostro
mestiere due aspetti diventano vere e proprie urgenze che ci
spingono a rafforzare i legami con i nostri clienti.
Il primo riguarda la crisi dei consumi, che ha ormai colpito an-
che quelli alimentari, mettendo in discussione gli stessi modelli
ispiratori della ristorazione. Pasti destrutturati e combinazioni che privilegiano
uno scontrino leggero, formule veloci e a prezzo fisso (che in alcuni casi diven-
tano all you can eat): sono tutti sensori di un malessere economico a cui bisogna
porre rimedio. Come? Per parte nostra con la selezione di prodotti con un corretto
rapporto qualità/prezzo, dalla spiccata componente di servizio, con un occhio di
riguardo alle rese, ma anche agli aspetti organolettici. Con un approccio, insomma,
di partnership forte, da fornitori di soluzioni e di servizi, oltre che di prodotti.
Il secondo aspetto attiene alla vita e allo sviluppo stesso delle imprese. Mi riferisco
al credit crunch. Qualche settimana fa la Banca Centrale Europea ha diffuso un
documento sull’andamento dell’accesso al credito bancario delle pmi, da tempo
congelato. Secondo l’analisi della Bce, le 7.510 pmi analizzate nei 17 paesi dell’area
Euro, manifestano per il 5%maggiori necessità di finanziamento e riferiscono di un
deterioramento nella disponibilità di prestiti bancari scesa ulteriormente del 10%.
Questi numeri fotografano una realtà in cui la linfa per lo sviluppo delle imprese
(il credito) è venuto a mancare.
La forma associativa cooperativa è stata la chiave di volta ed il collante fra gli
imprenditori che hanno dato vita e fatto crescere la Cooperativa italiana catering,
abbattendo difficoltà e paure dello stare insieme, condividendo le conoscenze che
ognuno di noi aveva come dote professionale.
Nel corsodella conferenza organizzativa di Confcooperative, cui aderiamo, abbiamo
posto con forza la richiesta che il Credito cooperativodedichi attenzione alle imprese
associate, mettendo a disposizione gli strumenti finanziari adeguati a pianificare
un cambiamento di passo a chi, come le nostre imprese, è abituato a confrontarsi
con il mercato e con i suoi protagonisti, utilizzando tutte le armi disponibili per
combattere la battaglia quotidiana. Oggi alle aziende distributive sono richiesti,
come ho detto sopra, nuovi e più impegnativi compiti, per sostenere il proprio
mercato di riferimento, i propri clienti, il proprio business. Per quanto ci riguarda,
intendiamo continuare a dare sostanza e contenuto al termine partnership con le
imprese di ristorazione che serviamo.
Il senso della partnership
in tempo di crisi
Alle aziende
distributive sono
richiesti compiti
più impegnativi
per sostenere
il proprio
mercato
di riferimento
il punto del
presidente
Italo Nebiolo
presidente Cooperativa
Italiana Catering
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