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DIC. GEN. 2018

20

IN PROFONDITÀ

Prosciutto di Parma e Parmigiano

Reggiano. «Il nostro stand è molto

versatile – racconta Edoardo Cravia-

ri, chef e ideatore dell’iniziativa – e

può ampliarsi da una lunghezza di

4.50 a 16.50 metri. Il problema è

che i costi per il plateatico (la tassa

di occupazione di suolo pubblico)

sono molto alti e possono arrivare

a 1.000 euro per un fine settimana

per 4.5 metri, se non oltre in piazze

di pregio come le zone più trendy

di Milano. A noi gli spazi costano

mediamente tra 5 e 6 mila euro al

mese e questo influisce sul prezzo

dei nostri piatti».

A seconda della location e dell’occa-

sione, Golosia propone piatti pronti

per la somministrazione o vende la

pasta fresca da cucinare o conser-

vare a casa. Il processo è lo stesso:

nella sede di Salsomaggiore Terme

vengono preparati gli impasti per la

pasta fresca, i ripieni e i sughi che

vengonomessi sottovuoto ed etichet-

tati in modo da avere ben presente

la data di scadenza. Il tutto viene

conservato e trasportato a tempera-

tura controllata nella località dove è

posizionato lo stand. «Al momento

dell’ordine – spiega Craviari – sten-

diamo la pasta, aggiungiamo il ri-

pieno, la cuociamo e la saltiamo con

il condimento in un grande wok a

induzione, il tutto davanti agli occhi

dei clienti, che vedono preparare la

loroordinazione. Appoggiandoci alla

cucina e al magazzino della nostra

sede, non abbiamo grossi problemi

nelle forniture e nello stoccaggio

della merce. Il nostro stand è dota-

to di vetrina refrigerata, in cui con-

serviamo i prodotti freschi. Teniamo

sotto stretto controllo la shelf life

e se necessario, quando – in caso

di lunghe permanenze fuori sede

– riassortiamo i semilavorati finiti,

rimandiamo indietro i prodotti vicini

a scadenza e li sostituiamo con altri

freschi. Mediamente un piatto di tor-

tellini consumato in modalità street

food costa circa 10 euro, mentre la

pasta da asporto può variare tra i 2

e i 4 euro l’etto».

LOSTOCCAGGIOÈPRESSOTERZI

Un’altra soluzione è quella adot-

tata da Aperballe, un furgoncino

Ape Piaggio, allestito a friggitoria

ambulante. «La nostra Ape – spie-

ga Luca Luxardo – è posizionata a

Bonassola (Sp), proprio davanti alla

nostra enoteca Enoballe. Abbiamo

anche un ristorante (Perballe) e uno

stand per la preparazione di granite

nel periodo estivo (Graniballe). Il

tutto nel centro di Bonassola. Per

questo possiamo appoggiarci alla

cucina del ristorante. Quando andia-

mo “in trasferta” spostando il mezzo

in altre sedi, prendiamo accordi con

ristoranti o altre attività locali per

gestire lo stoccaggio delle materie

prime in maniera corretta».

Aperballe serve pesce fritto, fresco o

congelato, a seconda dei casi e delle

disponibilità, per accompagnare il vi-

no servito nell’enoteca. «Mediamente

serviamo 50-60 porzioni di frittura al

giorno – spiega Luxardo – anche di

più nei fine settimana e nella stagione

turistica. Li serviamo in coni di carta

per fritti da mangiare direttamente in

loco o, per chi desidera consumarli

a casa, in confezioni da asporto. La

nostra particolarità è che ci siamo

dotati di friggitrici a bassa tempera-

tura, che friggono a 140°C anziché il

classici 180°C, in questo modo l’olio

non brucia e resta limpido per tutto

il giorno e garantiamo più qualità e

sicurezza ai nostri avventori».

Si può imparare molto dalle testimo-

nianze raccolte, anzitutto che quella

dello street food non è – esattamen-

te come qualunque altra attività di

somministrazione – una faccenda da

affrontare con leggerezza. Bisogna

curare attentamente la fornitura, lo

stoccaggio della merce e la logistica

perché l’attività risulti redditizia e si

garantisca la salute del consumatore.

Insomma, non è per improvvisati.