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DIC. GEN. 2018

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Caffè e cioccolato

Per il caldo le coltivazioni si spostano in quota (la più

colpita è la pregiata Arabica) e aumentano le malattie,

ruggine in primis. La siccità ha afflitto grandi produttori

come il Brasile. Secondo gli esperti nei prossimi

anni ci sarà meno caffè, con un gusto peggiore e

un prezzo più alto. L’aumento della temperatura e la

diminuzione delle precipitazioni nelle zone tropicali sta

penalizzando anche le coltivazioni di cacao.

Cereali

Per ogni aumento di un grado della temperatura

media globale si riducono del 6% le rese di grano e

del 10% di riso, le crescenti temperature rendono

più aggressivo il fungo Aspergillus flavus del

mais responsabile della produzione di aflatossine.

La cimice marmorata asiatica ha intaccato le

coltivazioni di soia e mais.

Olio di oliva

Si sposta a Nord la fascia di coltivazione dell’ulivo

(negli ultimi dieci anni la Valtellina è passata da zero

a diecimila piante) e aumentano i parassiti, Xylella

e Mosca olearia. Per il 2017 è prevista una ripresa

rispetto al disastroso raccolto 2016, ma un calo

dell’11% della produzione di olio di oliva rispetto alla

media dell’ultimo decennio.

Vino

La vendemmia 2017 è tra le più scarse del

dopoguerra con un -26% della produzione sul 2016,

anche se l’Italia mantiene il primato mondiale.

L’Australia entro il 2050 potrebbe perdere il 70%

delle aree vocate, parte dei vigneti californiani è stata

devastata dagli incendi. La vite è salita a quasi 1200

metri di altezza come a Morgex e La Salle, in Val

d’Aosta.

Frutti di mare

I cambiamenti climatici portano un aumento di

anidride carbonica nei mari e la conseguente

acidificazione delle acque, che minaccia molte

specie edibili con guscio, molluschi e ostriche.

Nel Mediterraneo entrano specie tropicali che

minacciano l’habitat.

Miele

La produzione italiana 2017, più che dimezzata

rispetto alla media, registra uno dei risultati peggiori

da almeno 35 anni. Secondo il Consorzio Nazionale

Apicoltori, il miele di acacia segna -30% sul 2016 e

-70% sul 2015; il millefiori -20% e la produzione di

tiglio dell’Emilia Romagna è quasi azzerata.Vanno

meglio i raccolti di alta collina e di montagna, come

il castagno.

Fuga dal piatto: le produzioni a rischio

aumentati. L’importante però è ga-

rantire la qualità”.

Come selezionare le materie prime

più sicure? “La scelta fa parte della

nostraprofessionalità, devosapereda

dove arriva un certo prodotto e come

è stato coltivato. Ci sono tanti nuovi

attori in tutta Italia, piccoli produttori

che stanno sperimentandocon i grani

antichi o lo zafferano anche in aree

senza tradizione.Quandoèpossibile,

meglio cercare il Km zero”.

RIDURRE SPRECHI (E COSTI)

Giàperché sediminuiscono imargini

per l’altalena dei prezzi, è crucia-

le ottimizzare i costi. Ad esempio

evitando di sprecare materie prime

che potrebberodiventare sempre più

preziose in futuro.

I cambiamenti climatici insomma

sono ormai una realtà evidente, e

guidano verso un approccio più so-

stenibile in cucina. Non solo per il

futuro del Pianeta, ma anche per

il conto economico del ristorante.

pone tutto l’anno il prezioso tubero

abbinato alle eccellenze alimentari

italiane: “Il prezzo è molto elevato

e la qualità non eccelsa. Ma non

possiamo riversare questi aumenti

sui clienti, quindi diminuiscono i

margini. Anche altri prodotti mol-

to utilizzati come burro e olio sono