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OTT. NOV. 2017

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rature anche relativamente basse ne

annullano i benefici. Per questo chi

la sceglie per le proprietà nutriziona-

li la fa germogliare». Inoltre, i fiocchi

d’avena interi o macinati sono un ot-

timo ingrediente per la preparazione

di crocchette e burger vegetali.

L’orzo è un cereale della tradizione

italiana. È molto versatile, può essere

usato al posto del riso nelle prepara-

zioni come l’orzotto o nelle minestre,

ma ha anche usi più esotici. «Insieme

ai fagioli di soia fermentati – spiega

Perin – permette di ottenere il misu,

un condimento giapponese che ha

un sapore simile a quello del dado. Il

bulgur, un alimento derivato dal fru-

mento integrale germogliato, cotto al

vapore, fattoseccareepoi spezzettato,

è tipico della cucina mediorientale e

trova impiego nelle insalate o come

farcia.

Il miglio è perfetto per realizzare pol-

pette, tortini. Dopo la bollitura può

essere aggiunto alle verdure. Deve as-

sorbire interamente l’acqua di cottura:

la proporzione giusta è due parti di

acqua per una di miglio».

Ci sonopoi gli pseudocereali, inprimis

laquinoa. «Èmoltoversatile–continua

Giorgio Perin – e può essere usata

comeingredienteperminestre,oppure

in insalata, previa bollitura. La quinoa

esiste sia nella versione raffinata che

integrale. Io preferisco quest’ultima,

perlamaggiorericchezzanutrizionale.

Il “problema”di questopseudocereale

(appartiene alla famiglia degli spina-

ci) è che in cottura tende a diventare

un po’ gelatinosa, ma basta scolarla

e stemperarla con un filo d’olio per

darle la giusta consistenza. Cuocere

la pasta a base di amaranto, invece,

richiedeunacertaattenzione:lacottura

è velocissima, non più di un paio di

minuti, e scuoce molto velocemente.

Bisogna quindi controllare accurata-

mente i tempi».

MA QUANTO COSTANO?

Inserire questi ingredienti nei propri

menù può avere un costo maggiore

rispetto a piatti tradizionali. «Non si

tratta tanto dell’acquisto della materia

prima - sottolineaGiorgioPerin - apar-

te la quinoa, che è abbastanza cara, gli

altri prodotti non costano molto. Non

sipossonoperòscegliereingredientidi

primo prezzo: chi sceglie questi piat-

ti particolari pretende qualità. Poi va

tenuto conto dell’incidenza maggiore

in termini di tempo: questi ingredienti

richiedonouna lavorazionemaggiore.

Lo so bene perché ho l’abitudine di in-

serirenellemiecartepiatti vegetariani,

la cui preparazione non è veloce. Si fa

quindi fatica a inserirli in un servizio

complesso. Sono piatti elaborati, ma

danno grande soddisfazione». Tutto

questo non toglie che alcuni di que-

sti ingredienti possano entrare anche

nelle cucine di livello medio, nella ri-

storazioneveloceo inquellacollettiva.

«Esistono dei semilavorati preconditi

e surgelati – spiega Perin - ma a mio

avviso se vuoi dare un prodotto di

livello qualitativo alto e che dia valore

all’offerta del tuo locale devi metterci

la tua fantasia di cuoco. Però non ve-

do particolari controindicazioni a che

unamensa proponga unorzotto ouna

minestra di farro. Credo che uno dei

compiti di noi chef sia quello di ag-

giornarci per offrire sempre qualcosa

di diverso ai nostri clienti. È chiaro

che poi bisogna tararsi sui gusti degli

avventori, ma ormai questi piatti sono

apprezzati più o meno da tutti».

Giorgio Perin

Anche l’immagine del riso è cambiata. Accanto ai grandi risi

della tradizione italiana, l’offerta si è allargata alle nuove varietà,

adatte per realizzare piatti di ispirazione etnica. Per non parlare

dell’integrale. «Si tratta di un ritorno al passato - racconta Giorgio

Perin - perché prima che per comodità di preparazione si iniziasse

a raffinare, il riso si consumava integrale. Oggi molti sono tornati

all’integrale, più ricco da un punto di vista nutrizionale».

La nuova vita del riso