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OTT. NOV. 2017

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*La dottoressa

Barbara Panterna è

un Medico-Chirurgo

con Perfezionamento

universitario in

Nutrizione umana

conseguito presso

l’Università Statale

di Milano. Si occupa

di educazione alimentare e

geriatria, docente/formatore

per la Regione Lombardia nei/

di Corsi di Primo Soccorso e

Microbiologia. Autrice di diversi

articoli di carattere medico/

scientifico e di romanzi presenti

su Amazon libri.

Ha recentemente pubblicato

con Passoni Editore: Storie di

ordinaria ginecologia, distribuito

in Italia da Bayer farmaceutica.

Svolge la sua attività medica

a Milano in regime di libera

professione.

mi industriali, ossia ricavate sempli-

cemente aggiungendo alla 00 degli

scarti di crusca macinata che non ha

più valore nutrizionale, anzi, se in

eccesso potrebbe ridurre l’assorbi-

mento di ferro e calcio.)

La farina integrale, (meglio se maci-

nata a pietra affinché si mantengano

intatte le sue qualità nutritive perché

le macine, lavorando a basse veloci-

tà, non surriscaldano la farina pre-

servandone i nutrimenti) contiene il

chicco in tutte le sue parti, quindi cru-

sca e germe, per tali motivi possiede

un basso indice glicemico, più pro-

teine, più fibre, sali minerali e vitami-

ne. Il colore scuro non la rende certo

appetibile, il suo gusto più incisivo a

molti non piace, ed è più difficile da

lavorare ma sicuramente migliore dal

punto di vista nutrizionale. Ricordate

però che entrambe le farine sopraci-

tate, come quelle di farro e orzo ad

esempio, contengono glutine!

Visto l’incremento di casi di celiachia

possiamo optare per altri tipi di fa-

rine, prive di glutine, come quella

di riso ottenuta dalla macinazione

del chicco intero del riso bianco. È

meno utilizzata in Europa in quanto

non possiede una grande attitudine

alla lievitazione perché contiene una

scarsa percentuale di proteine, ed es-

sendo molto ricca di amido (carboi-

drati) è di conseguenza più calorica

ma ha un aspetto candido, un gusto

delicato che piace, quindi la consiglio

meglio, però, se abbinata ad altre fa-

rine (per ridurne l’indice glicemico),

come la farina di quinoa, ottenuta

dalla lavorazione a pietra dei semi di

quinoa, una pianta erbacea del Sud

America. Dal punto di vista nutrizio-

nale è un alimento ricco di proteine,

carboidrati a basso indice glicemico,

sali minerali e vitamine ed è quindi

da considerarsi migliore dal punto

di vista nutrizionale rispetto alle al-

tre. La farina di mais, ottenuta dalla

macinazione del granoturco o semi

di mais, ha un piacevole colore am-

brato e un gusto dolce, è economica

e per tali motivi è da sempre molto

utilizzata in cucina, non solo per ot-

tenere la polenta ma anche per dolci

e prodotti da forno. Anche in questo

caso optate per quella ottenuta con

la macinazione a pietra che mantie-

ne intatte le sue proprietà nutritive. È

povera di proteine ma contiene ami-

noacidi importanti (alanina e leuci-

na), sali minerali come il potassio, fi-

bre, amido, vitamine, laA soprattutto.

La farina di grano saraceno, ricavata

dalla macinazione dei semi di grano

saraceno, (pianta originaria della Si-

beria meridionale), viene utilizzata

sempre più di frequente in cucina sia

per pasta che per pane e biscotti. Ha

però un elevato potere allergizzante

quindi attenzione ai soggetti sensibi-

lizzati. Contiene carboidrati a basso

indice glicemico, fornisce un discreto

apporto proteico, potassio, zinco, vi-

tamine, rutina (antiossidante) e fibre,

quindi consigliata ai celiaci ma an-

che a chi volesse mantenere la linea.

Avendo un sapore molto particolare

viene spesso miscelata ad altre farine

senza glutine.