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OTT. NOV. 2017

52

IN TAVOLA

INTERVISTA

I miei preferiti? Grano saraceno,

riso e quinoa

Da anni Chef, Pietro Leeman pratica la

cucinavegetarianaenel suoRistorante

Joia, a Milano, cereali minori e pseu-

docereali occupano un ruolo di primo

piano. Ecco cosa ci ha raccontato.

Che peso hanno, nella sua cucina,

i cereali tradizionali e gli pseudo

cereali? Quali usa più spesso e in

quali i piatti?

Nella mia cucina hanno entrambi

importanza. Per quanto riguarda il

frumento, cerco sempre di impiegare

quellodiorigineitalianachehacaratte-

ristichetradizionali,maadoperoanche

il farro e la pasta di farro. In generale,

però, prediligo i cereali e gli pseudo

cereali chenoncontengonoglutine. Al

Joiafacciamoilpaneeabbiamoincarta

unpiattochecontiene frumento,ma la

maggior parte dei nostri piatti è senza

glutine. Questo perché ritengo che la

nostradietadebba esserne alleggerita:

il frumento, infatti, ne contiene molto

e dobbiamo imparare a usarne meno.

Per me il re degli pseudo cereali senza

glutine è il grano saraceno, anche se

mi piaccionomolto il riso integrale e la

quinoascura.OrainmenualRistorante

Joia abbiamo “Paesaggio Interiore”, un

piatto di tagliatelle di grano saraceno

servite in brodo con diversi contrasti

all’interno. Al Bistrot del Joia, invece, il

menucambiaognigiornoedèpossibile

trovare cereali epseudocereali sempre

diversi. Infine, vorrei sottolineare che

siaalRistoranteJoiasiaalBistrotusiamo

solo prodotti biologici.

La cucina vegetariana implica in chi

l’hasceltaunariflessionechecoinvolge

anche il benessere fisico. Una volta

tolti alcuni alimenti, chi sceglie di es-

serevegetarianodeveaggiungerenella

propria dieta i cereali, ed è importante

variare. Questo capita meno, invece,

in chi è onnivoro.

Secondo lei a che tendenze può es-

sere legata la scoperta o riscoperta

di questi ingredienti?

Già da qualche decennio siamo spet-

tatori di un ampliamento della cultura

del cibo. Le persone sono sempre più

apertenei confronti di nuovi prodotti e

in tutto il mondo ormai gli scambi av-

vengono rapidamente, l’amaranto e la

quinoa ne sono un esempio, non sono

sul mercato damolto tempoma ormai

li si può trovareancheal supermercato

senza alcuna fatica. Questi prodotti

sono richiesti e “vanno di moda” per-

ché le persone sono curiose, vogliono

sperimentare cibi e ingredienti nuovi,

diversi da quelli che mangiano ogni

giorno. Senza dimenticare che la qui-

noa è davvero buona.

L’altro fenomeno che mi riguarda per-

sonalmente è un avvicinamento alla

cucina vegetariana in cui si fa largo

uso di cereali e pseudo cereali. Siamo,

infatti, di fronte a una crescita espo-

nenziale del numero di persone che

scelgono di non mangiare la carne.

Questi ingredienti trovano spazio

anche in pasticceria?

In pasticceria gli aspetti più difficili da

affrontare con i cereali e gli pseudo

cereali senza glutine sono quelli legati

alla lievitazione, al legame tra gli in-

gredienti e alla friabilità. Per esempio

se prova a fare un biscotto con del

solo grano saraceno è probabile che

si spezzi, se, invece, aggiunge acqua

per renderlo più compatto diventerà

difficile da masticare.

Èdifficilefarepasticceriasenzaglutine,

al Ristorante Joia abbiamo sviluppa-

to alcune ricette come la torta Linzer

senza glutine oppure dei biscotti che

inseriamoneidolcimaèpiùcomplesso

perché vi è un equilibrio più sottile.

La farina lega gli ingredienti e se si

aggiunge un agente lieviterà in modo

corretto, mentre se si utilizza con il

granosaracenononfunzioneràperché

non si alimentano i batteri in modo

corretto.

Qualisonoisuoipreferitiinassoluto

sia come chef, sia come avventore?

Come anticipavo nella prima risposta

il grano saraceno mi piace molto. Io

sono in parte valtellinese e quindi fa

parte della mia cultura e appartiene

alla mia memoria.

Può sembrare banale ma un altro ce-

reale che amo molto è il riso. Dal mio

punto di vista, infatti, fa da ponte tra

la cultura dell’Oriente e la nostra. Lo

si trovadappertutto, dalGiapponealla

Cina, dalla Persia alla Turchia. Il riso

è ovunque e mi piace molto questo

aspetto culturale.

Infine, mi piace molto la quinoa per-

ché trovoabbianellamasticazioneuna

consistenza interessante rispettoadal-

tri. È una “terza” consistenza e quindi

si presta a delle creazioni originali e

stimolanti per il palato.

© PANAROTTO