MIXABILITY
N
el profilo produttivo non differisce molto dal rum, è molto
“artigianale”, e non esiste effettivamente una ricetta precisa,
variando spesso il processo produttivo in base alla scelta delle
aziende che la realizzano (più di 5mila, non contando alambicchi
che lavorano in clandestinità). Cio che rende diversa la cachaça
dagli altri spirits è il minor grado di distillazione, che le conferisce un aroma e
un sapore molto intensi. Il percorso della cachaça va dal consumo nelle pian-
tagioni ai salotti degli intellettuali del 18° secolo, dove veniva bevuta questa
“agua pra tudo” per brindare all’indipendenza dal Portogallo. Da sempre
l’acquavite di bandiera per il Paese, anche grazie al basso costo che permette
alla stragrande maggioranza della popolazione di bere alcol senza spendere
una fortuna (definita infatti un tempo il brandy dei poveri).
La Storia
Non si hanno dati storici sicuri su chi sia stato il primo produttore di cachaça.
Pare che il periodo vada dal 1530 al 1550 con l’introduzione da parte dei co-
lonizzatori portoghesi, avvenuta nel 1500 da parte di Pedro Alvarez Cabral,
della canna da zucchero, nello specifico nel 1532 con la nascita delle prime
piantagioni (fazendas) e industrie dello zucchero (‘engenhos de Açúcar’) a Sao
Vincente. Dalla canna si otteneva lo zucchero, uno dei beni più importanti per
il mercato europeo, e proprio nelle cantine delle engenhos dove si lavorava il
succo delle canne spremute per separare i cristalli dal residuo liquido e denso
(la melassa) si andava a formare una condensa sul soffitto che lentamente
gocciolava a terra. Questo gocciolare (Pingar) coniò il termine con il quale
ancora oggi i brasiliani chiamano in gergo il loro prodotto nazionale: Pinga. Il
succo delle canne, fatto fermentare grazie all’azione dei lieviti, si trasformava
in una sorta di mosto chiamato cagaça o cagassa per l’odore nauseabondo che
sprigionava, quasi di letame. Propriodaquesta cagassaparederivi l’etimologia
del nome cachaça, anche se qualcuno sostiene che derivi invece dal termine
spagnolo cachaza con il quale si chiamava l’acquevite di uva. Furono gli stessi
portoghesi ad introdurre la distillazione attraverso alambicchi inizialmente
discontinui.
Sebbene la data precisa delle prime distillazioni non sia certa, si può
dire che nel 1640 al distillato venne dato definitivamente il nome di cachaça.
CAIPIRINHA
- A questo distillato veniva aggiunto proprio dai
contadini/schiavi chiamati caipira, del succo di lime e del miele creando
una bevanda alcolica molto energetica e ricca di vitamine che gli permet-
teva di sentire meno il peso della fatica nei campi, e in parte curarsi (a
loro avviso) dai mali fisici e “mentali” che potevano vivere in condizione
di schiavitù. Il drink più conosciuto al mondo a base cachaça è la Caipi-
rinha. Ottima in miscelazione nella preparazione di Drink Batidas,
a base di frutti e talvolta latte.
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