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L
oNe Night
non gestite direttamente da me, anche se
per ora la maggioranza delle venues che
propongono musica vintage lo fanno con
un sacco di Rockabilly e Swing classico.
Mi auguroprestochearriveremoa fondere
tutti gli stili vintage per una vera rassegna
“musico-temporale”.
Parlaci della one-night che hai organiz-
zato recentemente allo Spazio Giulio
Romano di Milano?
La Nuit Electroswing, questo il titolo dato
alla serata, ha mantenuto lo stampo degli
eventi organizzati in precedenza, propo-
nendo un’escalation di djset electro swing
mescolati ad eccellenti performance di
burlesque, arte a cui sono affezionata e che
mi piace portare alle serate come elemen-
to collaterale per tingere maggiormente
l’atmosfera di retrò. Questa volta però
la venue, particolarmente predisposta,
ha permesso di allestire un Absynth Bar
distaccato in una saletta dislocata dallo
stage, in cui gli ospiti potevano sfidare la
fortuna con giochi d’azzardo come roulet-
te o black-jack, aggiudicandosi un distil-
lato d’assenzio o un cocktail omaggio! E’
statomoltomolto carino soprattuttograzie
al pubblico stesso che mai prima d’ora si
è presentato completamente in un dress
code impeccabile! Sembrava di stare in un
film come Il Grande Gatsby!”
Che tipo di pubblico frequenta le tue
serate?
“Il pubblico varia dal genere di serata. Ho
seguaci ventenni come ultraquarantenni!
La chiave è proprio l’electro swing stesso:
èuna ricetta infallibile, adattaadogni pala-
to! E’ apprezzato dal giovane discotecaro
che vi trova un beat molto potente così
come dal più colto intenditore di jazz che
vi riconosce i pezzi di Duke Ellington o
di Ella Fitzgerald riadattati e ri-vestiti coi
panni di oggi. La chicca più divertente che
ricordo con enorme tenerezza fu durante
un mio djset in una piazza in cui mi riuscì
ad avvicinare in consolle un signore di
ha permesso di allestire un Absynth Bar
distaccato in una saletta dislocata dallo
stage, in cui gli ospiti potevano sfidare la
fortuna con giochi d’azzardo come roulet-
te o black-jack, aggiudicandosi un distil-
lato d’assenzio o un cocktail omaggio! È
statomoltomolto carino soprattuttograzie
al pubblico che si è presentato in un dress
code impeccabile! Sembrava di stare in un
film come Il Grande Gatsby.
Qual è la tua opinione sul panorama
electro swing in Italia?
Il panorama italiano si riesce a vedere an-
cora solo col binocolo... Stiamo creando
però da quest’anno una rete molto fitta e
affiatata di electro swing lovers che con
mezzi differenti lavorano per la divulga-
zione e la promozione degli artisti interna-
zionali di questo genere.
Alcuni esempi sono il sito electroswingi-
talia.com, la produzione della compilation
Buonasera Signorina (FeelGood Produc-
tion) che dà il nome all’omonima trasmis-
sione radio condotta da me su Thegreat-
complottoradio.com, la Ludwig Sound
BookingAgencyconcui collaboriamoper
portare in Italia i pilastri dell’electroswing
stranieri.
Com’è la situazione oltreconfine?
All’estero è tutto molto più normale,
scorrevole, abitudinario il giocare con lo
stilevintage, nonsolonel campomusicale.
La scena electro swing è già ben avviata
e frequentata, con tanto di veri e propri
Electro Swing Club, uno per ogni capitale
europea.
All’estero si gioca
di più con lo stile
vintage. La scena
electro swing
è già ben avviata
con tanto di
club dedicati