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MARZO/APRILE 2015
L’iniziativa raccoglie sempre un grande successo
e migliaia di visitatori provenienti da tutto lo stato.
Assistiti da decine di esperti che spiegano loro i diversi
vantaggi delle varie soluzioni ai loro problemi, i poten-
ziali clienti possono apprendere come curare e abbellire
quei loro giardinetti a cui, com’è bennoto, tengono tanto.
Del tutto ovvio notare allora che l’insegna, per queste
sue origini agricole, ha praticato da sempre un vero
km zero. Privilegia dunque i prodotti della zona in
cui opera: sia quelli che produce essa stessa o che
acquista dai farmers locali di cui documenta l’attività
e le qualità, senza il timore (tutto Italiano) di raffor-
zarne il “potere di mercato”.
Seminari formativi
Tuttavia quest’approccio non esclude la logica dello
specialty food store destinato alle famiglie che sempre
di più fanno della cucina una filosofia e un hobby.
I reparti degli Adams offrono allora, oltre ad un ampio
e profondo assortimento di prodotti e marchi interna-
zionali, caffè appena tostati per creare i propri blend, la
macelleria che opera su ordinazione qualora i tagli in
take-away non bastino, il cheesemonger che presidia
l’ampio range di formaggi Americani e internazionali,
la gastronomia che gestisce un catering raffinato (
cooks
for you
). Ecco dunque un
altro concreto esempio di
una customer experience
reale, effettiva che simate-
rializza quotidianamente
in questi superstore di
circa 7mila m2. Si prenda
allora la ricchissima serie
di “seminari” che si svolge al loro interno. Indubbiamen-
te, il pubblico Italiano può sorprendersi apprendendo
che i clienti di Adams frequentano lezioni del tipo
“Tutto sull’aglio e i suoi utilizzi” , “Come giudicare i
prodotti affumicati”, “Tecniche della micro-torrefazio-
ne”, “Formaggi e vini abbinati” e così via. In breve la
frequentazione del superstore non è motivata solo da
ragioni funzionali legate a prezzi ed assortimento, ma
ad un vissuto di una realtà che fa parte del territorio e
della sua storia. L’aspetto che probabilmente più stu-
pisce della strategia d’insegna di Adams riguarda le
sue Private Label estremamente estese, non solo come
ampiezza, ma anche come profondità. Certamente è
vero che negli USA è molto più agevole stabilire, anche
su piccola scala, una relazione con vari copacker allo
scopo di creare un proprio marchio, ma l’osservazione
del numero di salse, di conserve e di elaborati esposti
con facing ridottissimi negli ampi display dei vari reparti,
LA FREQUENTAZIONE DEL PDV NON È
MOTIVATA SOLO DA ASSORTIMENTO
E PREZZI, MA DAL VISSUTO DI UNA
REALTÀ CHE FA PARTE DEL TERRITORIO
suscita una certa meraviglia.
L’altro aspetto davvero inusuale è la gran-
de capacità di Adams di fornire servizi
personalizzati alla clientela.
Ultrasviluppato è, ad esempio, il corner
dei
gift
. Cesti regalo di frutta e dolciumi
e composizioni floreali (un altro indub-
bio punto di forza) lavorano in sinergia.
Sono però i fruit bouquet, la cioccolata
modellata a piacere, i dolci su ordina-
BEST IN CLASS




