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MARZO/APRILE 2015

Come avete rivisto l’assortimento?

Abbiamo aumentato del 30% lo spazio

dedicato al fresco, e di conseguenza ab-

biamo dovuto stringere il grocery. Per

non perdere attrattività abbiamo una

densità elevata sugli scaffali con prodotti

diversificati e una grande profondità di

assortimento. La nostra ambizione è poter

scegliere noi per il cliente, sopratutto nel-

la fascia della convenienza e nell’alto di

gamma. Vogliamo fare la differenza e di-

stinguerci dalla concorrenza per i nostri

prodotti in esclusiva. Abbiamo esploso il

mondo del bio, del salutismo, del senza

glutine. I bastioni della proposta sono

l’ortofrutta, che grazie allo sfuso è più

conveniente, e la gastronomia, per un

discorso qualitativo.

IL PDV DI CATANIA

L

uminoso ed essenziale, ha un’area

vendita di 850 metri quadri e un

assortimento di oltre 6.300 referenze.

Per sempli care la spesa si è scelta la linea dei

percorsi speci ci: Verdenatura Bio, Prodotto

Vegano e Sapori dal mondo per soddisfare le

nuove tendenze di consumo; Senza glutine

e Senza lattosio per particolari necessità

salutistiche; Benessere più per sentirsi in

forma e rafforzare le proprie difese.

Qual è la clientela in questi negozi?

Abbiamo fatto una fotografia del cliente di prossimità:

il 75% è caratterizzato da nuclei mono o bi componenti,

di cui il 50% è over 55, e il restante 25% sono famiglie

senza figli piccoli. Per questo abbiamo posto grande

attenzione ai formati, “tarati” su un consumo di una/

due persone. Nel carrello della spesa prevale il fresco,

e c’è un’alta frequentazione: vengono in negozio 2/2,5

volte a settimana, mentre riservano la spesa importante

al sabato e alla domenica.

Come pensate di attrarla?

Proponiamo sul fresco un ottimo rapporto prezzo/qua-

lità, mentre sul grocery facciamo capire al cliente che

può fidarsi, abbiamo un prezzo allineato con il mercato

in modo che non ha bisogno di prendere la macchina

e andare altrove per completare la spesa.

Che ruolo ha la marca privata?

In futuro dovrà essere in assoluto il centro del negozio,

e sarà il mezzo con cui ci differenzieremo dagli altri.

In questo momento ha già un ruolo importante, con

1000/1100 referenze e un peso del 15%, ma dovremo

fare molto di più, soprattutto sulle piccole metrature

dove vogliamo coprire tutti i bisogni.

E i servizi?

Riteniamo che il punto vendita di prossimità debba

essere anche un centro per i servizi.

Abbiamo già iniziato ad offrire la possibilità di rica-

ricare cellulari e altro, ma in futuro vogliamo anche

consentire ai clienti di pagare le bollette e acquistare

biglietti di cinema e spettacoli, anche quelli di EXPO.

Offrire servizi, anche se non ne traiamo un beneficio

economico, serve a creare famigliarità con la clientela e

a diventare un punto di riferimento per la soddisfazione

delle sue varie esigenze.

S

Densità elevata a scaffale, prodotti diversificati

e grande profondità di assortimento

IL PDV DI MILANO

“Q

ui non c’è il prezzo, vuol dire che è gratis?” scherza un’anziana signora

con il responsabile del punto vendita. Ed è proprio questo che colpisce

nel pdv di via Tartini. Quel senso di con denza che si trova in un mercato.

I clienti chiedono, si informano, dicono la loro. In un mondo sempre più informatizzato,

con self check, self payment, self scanning c’è ancora spazio per il servizio. È questa

la scommessa di SimplyCity?