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16

NOVEMBRE/DICEMBRE 2014

Le novità del nuovo corso insistono inoltre sulle

modalità di copertura delle risorse: una compo-

nente non secondaria di questi interventi, pari a

poco meno di 6 miliardi (sui 31 miliardi comples-

sivi della manovra) sarà finanziata in disavanzo.

Si tratta della metà di quanto previsto dalla bozza

originaria licenziata dal Consiglio dei Ministri, ma

pur sempre una cifra difficilmente preventivabile

nel passato anche recente.

I rischi dietro la manovra

Una stima degli effetti della manovra sui consumi

delle famiglie appare alquanto incerta. Le criticità

circa il rispetto dei saldi hanno a che vedere con

l’entità dei risparmi che discendono dalla spending

review e dalla lotta all’evasione. Da una parte, an-

che l’esperienza recente ha confermato come la

realizzazione di tagli selettivi sulla spesa pubblica

improduttivanonabbia sortito risultati apprezzabili

nel breve periodo, senza considerare il rischio che

la riduzionedei trasferimenti dalle amministrazioni

centraliaglientilocali(alleRegionivengonosottratte

risorse per oltre 3 miliardi di euro) possa essere

compensatadauninasprimentodellafiscalitàlocale

edaun’ondatadirincarisulversantedeiservizipub-

blici locali (rifiuti, acqua, mobilità urbana). D’altra

parte, la Legge di stabilitàmenziona oltre 4miliardi

di proventi conseguiti dalla lotta all’evasione, di cui

largapartedalmeccanismodell’inversionecontabile

dell’Iva a carico delle imprese del commercio (con

il “reverse charge” è direttamente il venditore al

dettaglio a pagare l’imposta sul valore aggiunto,

senza compensazioni tra crediti e debiti lungo i

vari passaggi della filiera): una quantificazione di

recuperodell’evasomoltoottimisticasesiconsidera

che nel 2013 i maggiori incassi rispetto all’anno

precedente sono risultati inferiori ad 1 miliardo di

euro. Ma non sono gli unici rischi: la vera spada di

Damocle che pende sul recupero della domanda

interna è annidata nelle pieghe della Legge di stabi-

lità e risponde al nomedi “clausoladi salvaguardia”.

A tutela dei saldi di finanza pubblica e nell’ipotesi

in cui non si riescano a conseguire una serie di

entratemesseacoperturadeiprovvedimenti,infatti,

è previsto che possano automaticamente scattare

aumentilinearisull’imposizioneindiretta.Intalcaso,

a partire dal 1° gennaio 2016 l’aliquota agevolata

e quella ordinaria dell’Iva potrebbero salire di 2

punti percentuali (arrivando al 12% ed al 24%, su

livelli massimi della tassazione sui consumi in tutti i

Paesi europei), oltre ad un aggravio di 10 centesimi

sull’accisa che grava sui carburanti. Sarebbe il defi-

nitivo colpo di grazia per i consumi: un’eventualità

da scongiurare a tutti i costi per non rendere vani

gli sforzi a sostegno del reddito delle famiglie.

S

ITINERARI

Minori spese

14,9

Tagli alle Regioni

3,5

Tagli agli Enti Locali

2,3

Tagli ai Ministeri

2,0

Taglio fondo cuneo fiscale

2,7

Taglio fondo crediti dubbi

1,5

Riprogrammazione

1,5

Altro

1,5

Maggiori entrate

10,0

Evasione fiscale

4,3

Tassazione Tfr in busta paga

2,4

Slot machine

0,9

Altro

2,4

Disavanzo

5,9

TOTALE ENTRATE

30,8

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Mef

ENTRATE

I NUMERI DELLA LEGGE DI STABILITÀ 2015

Maggiori spese

19,5

Bonus 80 euro

9,5

Riduzione patto stabilità Comuni

2,5

Ammortizzatori

1,5

Scuola

1,2

Missioni di pace

0,8

Famiglia

0,5

Politiche sociali

0,3

Ricerca e sviluppo

0,3

Confinanziamento fondi strutturali

0,5

Altro

2,5

Minori entrate

11,3

Eliminazione nuove tasse

3,0

Irap componente lavoro

2,7

Tfr in busta paga

2,7

Contratti a tempo indeterminato

1,9

Partite Iva

1,1

TOTALE USCITE

30,8

Fonte: elaborazioni REF Ricerche su dati Mef

USCITE

I NUMERI DELLA LEGGE DI STABILITÀ 2015

FULVIO BERSANETTI

economista di

REF Ricerche, si

occupa di analisi

microeconomica

dell’inflazione, dei

consumi, del sistema

distributivo e delle

politiche tariffarie.

Consulente di

Unioncamere per

l’Osservatorio Prezzi

e Mercati.