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Mixer

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COLLECTION

ASSOCIAZIONI

CIdC - Comitato Italiano del Caffè

Definiamo meglio

il caffè di qualità

P

residente secondo lei

sarebbe utile certifica-

re il “caffè espresso di

qualità”?

Una migliore definizione

aiuterebbe l’interazione tra caffè e

macchina per l’espresso. È chiaro che

il sistema caffè Italiano è un driver di

esportazione e una leva di sviluppoper

l’immagine del sistema Italia all’estero.

La definizione di espresso oggi è molto astratta e

fantasiosa, essendosi formataquasi spontaneamente

in giro per il mondo. E molti sono i luoghi comuni

diffusi dall’italian sounding cioè dalle imitazioni dei

prodotti made in Italy. Anche se ritengo che essere

copiati sia un vanto.

Molti correderebberoil sistemadel cupofexellence

per la valutazione del caffè crudo con una scheda

specificadedicataal caffèespresso.Cosanepensa?

Nonvorrei chedandounadefinizionefondatasucriteri

di qualità molto stringenti si penalizzassero i livelli di

qualità dell’espresso più commerciali, nessuno dei

quali andrebbeescluso.Comenell’automotive: esiste

la “Ferrari del caffè” così come l’utilitaria.

Negli ultimi anni si parla di “decommodification”

del caffè come un “fenomeno da cavalcare” per

migliorare l’economia del settore. È d’accordo?

Se intende l’uscita del caffè dal mondo della com-

modity chevedemerceologiecomezucchero, grano,

CIdC CONTA 75 ISCRITTI TRA TORREFATTORI E OPERATORI DEL SETTORE,

ADDETTI ALLA LOGISTICA INCLUSI. OGGI, DOPO UN PROCESSO DI

AGGREGAZIONE CHE HA CONGLOBATO ALTRE ASSOCIAZIONI, POSSIAMO DIRE

CHE CIDC RAPPRESENTA L’81% DELLA FILIERA ITALIANA DEL CAFFÈ.

A COLLOQUIO CON IL PRESIDENTE MARIO CERUTTI

di Marco Oltrona Visconti

o appunto il caffè, alla stregua di pro-

dotti di qualità standard venduti allo

stesso prezzo a tutte le imprese sul

mercato internazionale, le rispondo

che in Italia non abbiamo mai avuto

nemmeno la commoditizzazione, per-

ché qualunque torrefattore italiano

già da decenni tratta le sue miscele e

le suemonorigini su livelli di qualitàdi-

versi e con un’ampia differenziazione.

Quale allora lo stato di salute del mercato italiano?

Secondo l’ultimo rapporto completo che abbiamo,

nel 2015 in Italia sono stati importati

9,3 milioni di

sacchi

. Di questi

5,6 milioni

sono stati consumati

nel nostro territorio, mentre

3,7 milioni

esportati

per una percentuale di

export pari al 40%.

Se fac-

ciamo il confronto con i dati dell’ultimo decennio,

il consumo interno è sempre lo stesso.

L’esportazione invece è raddoppiata. È un successo

dell’intero “sistema filiera” del caffè Italiano, che

ha saputo esprimere competenze specifiche

e uniche nella capacità di trattare il prodotto.

MARIO CERUTTI

PRESIDENTE CIdC

CIdC

Il Comitato Italiano del Caffè è il punto di riferimento e

portavoce non solo delle rappresentanze dell’industria

di torrefazione ma dell’intero comparto, nei rapporti

con le Istituzioni nazionali, europee e internazionali,

con la Federazione Europea del Caffè e con le diverse

componenti sociali.