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Mixer

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in termini di retribuzione del personale impiegato.

A beneficio di tutto il settore.

Tornoquindi a ripetere: penso ci vogliapiù coraggio.

Del resto, per molti anni il costo dell’espresso al bar

è stato legato a quello del quotidiano. Da tempo,

però, non è più così. E questo deve fare riflettere i

pubblici esercizi sulle loro politiche di prezzo.

In questa prospettiva, una maggiore articolazio-

ne dei listini può essere collegata alle diverse

formule dei locali (bar/pizzerie/ristoranti) come

pure alla loro diversa collocazione geografica

(centro-periferia, nord-sud)?

La questione rimanda direttamente a quello che

una volta si definiva con il termine di “gabbie sa-

lariali”. È certamente giusto che, anche nel caso

del caffè, a costi di struttura e gestione dei bar

differenti – penso al personale, alle utenze, alle

locazioni – corrispondano differenti modulazioni

INCREMENTI SÌ,

MA RAGIONEVOLI

E RAGIONATI

L’analisi di Luciano Sbraga,

responsabile dell’Ufficio Studi di Fipe

Le ricerche lo dicono con chiarezza: all’estero la

tazzina di caffè costa più che nel nostro Paese. Que-

sto però non significa necessariamente che l’Italia

debba intraprendere la via dei rincari. “Le compa-

razioni secche fra Paesi – osserva

Luciano Sbraga

,

responsabile dell’

Ufficio Studi di Fipe

– spesso non

sonomolto significative, perchémancano di conte-

stualizzazione. Provo a spiegarmi meglio. Il prezzo

di un bene, e a maggior ragione di un servizio, non

dipende solo da variabili intrinseche, ma anche da

variabili esogene a cominciare da quelle che ne

caratterizzano il modello di consumo. Si pensi, ad

esempio, al rapporto tra prezzo e consumi di birra

in Germania: nella cultura teutonica, la “bionda”

costituisce un vero e proprio rito sociale e questo

si riflette necessariamente sui prezzi generalmen-

te contenuti. Lo stesso vale nel caso della tazzina

di caffè espresso al bar nel nostro Paese: per noi

italiani l’espresso è un’abitudine irrinunciabile. Il

prezzodeve quindi tenere contodel nostromodello

di consumo. In definitiva, ogni prodotto ha la sua

storia. Ma possiamo spingerci anche oltre: da noi il

caffè è un prodotto di punta che porta traffico nei

locali e rappresenta un elemento attrattivo capace

di fare da traino nei confronti della complessiva

offerta del bar. Il suo prezzo dunque deve essere

costruito in relazione all’intero business del locale.

Sostenere pertanto che il prezzo dell’espresso in

Italia va agganciato a quello che si riscontra negli

altri Paesi è fuorviante: l’operazione non solo non

funzionerebbe, ma rischierebbe di produrre pesanti

effetti negativi in termini di consumi. Detto questo,

però, ci dobbiamo chiedere se i prezzi attuali della

tazzina sono congrui non tanto rispetto al costo del

servizio quanto invece rispetto al “peso” che quel

servizio ha sul business. Con riferimento a valori

medi sia di prezzo della tazzina che di consumi e

di fatturato dobbiamo dire che la risposta è nega-

LINO STOPPANI,

PRESIDENTE

DI FIPE