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Mixer

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spessovisitano lepiantagioni eriesconoacomunicare

al cliente la propria specificità” – argomenta

Chris

Salierno

, Marketing Director di

La Marzocco

.

Tutto ciò avviene in un contesto in cui il consumo al

bar è in calo e soffre il successo delle cialde e delle

capsule, che dilagano in ufficio come a casa. Ma c’è

di più. “Proprio questo movimento sta educando il

consumatore al fatto che esistono gusti diversi di

caffè, un po’ come esistono diversi

vini. Con il paradosso che a casa se

nepossonoprovaredecine,mentre

al bar sene trova sempreuno solo”.

Insomma è un mondo che sta cam-

biando e che evolve. E il bar, neces-

sariamente, chedal caffè ricavauna

buona fetta dei suoi ricavi (il 30%

del fatturatocomplessivovaallacaf-

fetteria secondo Fipe), dovrà acco-

gliere le richieste di una maggiore

qualità e diversificazione. Perché il

primato dell’espressoMade in Italy

scricchiola, e in molti ormai tra gli

addetti ai lavori sottolineano come

i migliori caffè si bevano all’este-

ro. Pagando di più, quasi sempre.

Certo, non è solo una questione di

prezzo, ma anche di formazione e

comunicazione.Èsemprepiùneces-

sario infatti puntare sulla professio-

nalità, ma anche svelare al cliente

tutto quel mondo che si cela dietro

una tazzina, spesso data per scon-

tata, di caffè. Però il prezzo fisso

intorno all’euro non aiuta certo a

puntare sulla qualità. E che il prezzo del caffè italiano

al bar sia basso ce lo dice una volta per tutte, nero su

bianco, l’

Indice del Prezzo del Caffè 2016

stilato da

Service Partner One

, digital company di forniture

da ufficio, che ha analizzato l’offerta in 75 città in 36

Paesi in tutto il mondo.

CITTÀ CHE VAI,

PREZZO CHE TROVI

Il confrontoèsenz’altro interessante, ancorchè impie-

toso. Milano ad esempio, capitale della moda e del

design e non certo nota per i suoi prezzi bassi (svetta

anzi tra lecittàpiùcared’Italia), si classifica,perquanto

riguarda il prezzo di un cappuccino al bar, al terzo

posto tra le meno care, dopo Bogotà e Siviglia. È tra

l’altro l’unica città italiana presa in considerazione, e

sappiamo che nel Belpaese il prezzo, di un espresso

come di un cappuccino, tende ad abbassarsi man

mano che ci si sposta a Sud o nei piccoli centri.

Considerando tutte le tipologie di caffè (casa, uffi-

IN ITALIA DA 0,74

A 1,07 EURO

Secondo il rapporto del Centro

Studi Fipe 2016 in Italia il prezzo

medio della tazzina di espresso è

di 0,96 euro, ed è cresciuto

dal 2008 al 2015 del 14%

(ovvero 12 centesimi di euro).

Le differenze tra città e città

vanno dagli 1,07 euro di Bologna,

Rovigo, Ferrara e Bolzano ai

0,74 euro di Bari, con un “delta”

del 30,8%. Comparabile con

quello rilevato dalla ricerca (che

considera i prezzi del cappuccio

non dell’espresso) in altri Paesi

europei come la Germania.

MILANO,

TRA LE CITTÀ PIÙ

CONVENIENTI

AL MONDO

PER IL CAFFÈ

LE CITTÀ PIÙ ECONOMICHE

Le città più convenienti per bere un caffè in casa o

in ufficio sono Kuala Lumpur e Bandar Seri Begawan

(Brunei) dove una tazza media costa 11 centesimi in

ufficio e 9 centesimi in casa.

La città più cara per bere un caffè in casa o in ufficio è

Giacarta con una media di 80 centesimi per una tazza in

un ufficio e 66 centesimi a casa.

La città con i bar indipendenti più convenienti è Bogotà

dove una tazza di cappuccino costa in media 1,51 euro.

La città con i bar indipendenti più cari è Copenaghen in