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OTT. NOV. 2016

31

L

odiconogli chef: lacottu-

ra sottovuoto è partico-

larmente indicata per chi

vuole inserire in menù

dei piatti per vegetariani, un po’ per-

ché permette di isolare il prodotto,

evitando possibili contaminazioni,

un po’ perché consente di preservare

al meglio il contenuto nutrizionale e

il profilo sensoriale dell’ingrediente

crudo. Ma come funziona? «ll sous-

vide (in francese) o sottovuoto – spie-

ga Chiara Roncagli, brandmanager di

Angelo Po - è unmetodo che prevede

la cottura del cibo, sigillato in appositi

sacchetti, in ambiente umido a tem-

peratura controllata, per cucinare in

modo uniforme l’interno e l’esterno

del prodotto e mantenere l’umidità.

Cuocere gli alimenti in sottovuoto

è possibile utilizzando forni triva-

lenti con cottura a vapore a media

temperatura come Combistar FX, che

permette il controllo della tempera-

tura al cuore durante il processo di

cottura. Il controllo puntuale della

temperatura garantisce una cottura

perfetta (il forno si arresta quando

al cuore del prodotto si registra la

temperatura desiderata), ottenendo

elevati risultati gastronomici e ope-

rativi». Le confezioni sottovuoto ven-

gono poi solitamente sottoposte ad

abbattimento di temperatura per es-

sere conservate a lungo. Il risultato di

questoprocedimento è eccellente dal

punto di vista organolettico: il sapore

e l’aroma del cibo sono amplificati

rispetto alla cottura tradizionale. «È

cosa scontata – prosegue - dire che

oggi i ristoranti tradizionali devono

avere in menù anche piatti vegeta-

riani e vegani: per scelta personale,

per motivi di salute, per la voglia di

cambiare la propria dieta abituale

sempre più persone si avvicinano

a diete prive di alimenti di origine

animale. È bene sottolineare che, a

differenza di altre diete, come quella

priva di glutine richiesta per i celiaci

dove la separazione degli alimenti

deve essere garantita per evitare an-

che gravi conseguenze alla salute del

cliente, la presenza di una proposta

vegana all’interno del menù del risto-

rante è di più semplice gestione per

il ristoratore. In tal senso la cottura

sottovuoto, abbinata alla tecnica del

cook&chill, è sicuramente il mezzo

migliore per chi vuole percorrere

questa strada poiché permette la

cottura simultanea della pietanza

vegana, insieme ad altre portate,

senza contaminazione di sapori ed

esaltando le proprietà organolettiche

delle verdure».

BUONA ANCHE PER IL PORTA-

FOGLIO.

La tecnica del sottovuoto

ha altri vantaggi, anche di carattere

economico. Garantisce, infatti, un

risparmio in fase di approvvigiona-

mento delle materie prime poiché

possono essere acquistate e trasfor-

mate quando più conviene. Con la

cottura sottovuoto si prolunga la du-

rata di conservazione delle pietanze

fino a 3 volte poiché l’assenza di

ossigeno rallenta drasticamente la

DI ELENA CONSONNI

proliferazione batterica e l’ossidazio-

ne degli alimenti.

«Anche in fase di cottura – conclude

Chiara Roncagli - il risparmio è assi-

curato poiché le pratiche buste sotto-

vuoto monodose, precedentemente

abbattute, possono essere rigenera-

te anche insieme ad altre portate,

riducendo gli sprechi energetici ed

ottimizzando i tempi del servizio».

La cottura sottovuoto preserva al meglio i colori dei vegetali

Con il forno Combistar FX di Angelo

Po è possibile effettuare più cotture

in sottovuoto in contemporanea