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AGO. SET. 2015

20

gia volentieri, specie fuori casa. E

ci sono molte opportunità per chi

saprà rassicurare il cliente. Sarà

necessario riflettere sulla proposta

di alimenti di origine animale, ma

chi lavorerà bene avrà un vantaggio

competitivo non indifferente», dice

Colussi.

Inoltre, sarà bene inserire almeno

un’alternativa vegetariana valida

in menù (perché un vegetariano in

comitiva condiziona la scelta del

ristorante), e si dovrà diminuire

la percentuale di carne nel piatto,

bilanciandola con verdure, cereali

o frutta.

IL PREZZO? GIUSTO.

«Stiamo for-

se finalmente uscendo dalla grande

crisi degli anni passati, ma comun-

que i comportamenti sono cambiati.

La voglia di mangiare bene resta

ed è forte, ma ora l’attenzione è

puntata sul rapporto prezzo-qualità

che va equilibrato. I giovani italiani,

oberati dalle preoccupazioni per il

lavoro, non hanno tanti soldi ma

sono disposti a spendere il giusto

se percepiscono la qualità» spiega

a questo riguardo Colussi.

TECNOLOGIA PER FARSI CONO-

SCERE.

Uno dei tratti che più acco-

muna i Millennials di tutto il mondo

è l’uso onnipresente della tecnologia,

che è ormai diventata fondamentale

per far conoscere la propria attività.

Web e social servono al ristorante

per raccontarsi, agganciare il cliente,

seguirlo dopo la visita, comunicare

gli eventi (serate speciali, degusta-

zioni, corsi).

In particolare, la categoria dei foodie

socializza spesso in rete le proprie

escursioni gastronomiche. Possono

quindi essere grandi ambasciatori o

grandi denigratori, a seconda dell’e-

sperienza vissuta. Comunque, vanno

seguiti e monitorati. Anche perché

sono sempre di più i concorrenti del

ristorante tradizionale, conmodalità

più o meno peregrine, dai cuochi

a domicilio ai catering, dai corner

di ristorazione negli spazi retail alle

cene condivise con i turisti in visita

in città (reperiti tramite l’immanca-

bile App). In particolare, gli spazi

commerciali si ibridano sempre più,

l’aperitivo si prende in panetteria e

in pasticceria, ma anche dal parruc-

chiere, la colazione in libreria. Per

contro negli Stati Uniti il cocktail

ad inizio pranzo è ormai un must

in molti ristoranti.

Attenzione però. Tra i Millennials

esiste una tendenza opposta al cibo

gourmet che è l’alimentazione basica

degli sportivi che vivono di integra-

tori e cibo confezionato e veloce, e

non trovano tempo da dedicare ai

pasti. Molto diffusa negli Stati Uniti,

sta prendendo piede anche da noi.

Presuppone un distacco emotivo

dal cibo che cita spesso motivazioni

salutiste. «Occorre che l’esperienza

della visita al ristorante diventi per

se stessa terapeutica, a partire dall’ac-

coglienza, con il sorriso. C’è tanta

enfasi sulla cucina, sull’arredo, ma

prima di tutto c’è la relazione, il

servizio, il contatto umano», spiega

Colussi. «Il ristorante del futuro sarà

un luogo dove non solo si mangia,

ma si degusta, si conoscono perso-

ne, luoghi e prodotti e si impara-

no cose. Dovrà diventare un luogo

sempre più esperienziale, che non

guadagnerà solo sul menu». Dunque

largo ai corsi di cucina a qualsiasi

livello, dove si insegna anche a fare

la pizza, serate a tema dove si ven-

dono prodotti selezionati nel corso

del proprio lavoro, libri, musica. Ri-

cordando che investire in qualità e

trasparenza paga. Anche i giovani

sono disposti a spendere di più per

la qualità. In futuro probabilmente

mangeremo di meno, ma meglio.

Il cibo è oggi una commodity, ma

per le distintività c’è ancora spazio

di crescita. Per questo va riorganiz-

zato il modo di proporre non solo

il piatto, ma gli ingredienti che lo

costituiscono.

«Queste nuove esigenze – conclude

Colussi – se si tradurranno in propo-

ste di ristorazione e modi di comu-

nicare adeguati, sono opportunità

che possono rendere interessante e

credibile il mondo della ristorazione,

e diventare un vantaggio competi-

tivo notevole per chi le saprà bene

interpretare».

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