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AGO. SET. 2015

25

Anice stellato.

Bellissimo nella sua forma, spesso

usato come decorazione, è molto usato nella cucina

cinese, thai e vietnamita, in particolare per insaporire

carni grasse come maiale e oca. È una delle “5 spezie”

tradizionali della cucina cinese, un mix composto in

genere da anice stellato, semi di finocchio, chiodi di

garofano, cannella e pepe di Sichuan.

Cardamomo.

Piccolo baccello verde chiaro, i

cui semi sprigionano un caratteristico aroma. Molto

usato nella cucina indiana e asiatica in genere, in

abbinamento a carni, riso e dolci, il cardamomo

è un componente essenziale del curry. Nei Paesi

mediorientali è apprezzato per aromatizzare il caffè. Ne

esistono più varietà (bianca, nera, bruna), ma la verde

è la più pregiata, dall’aroma balsamico che ricorda

eucalipto e canfora.

Coriandolo.

Le foglie assomigliano a quelle del

prezzemolo, ma il sapore è più intenso e pungente,

tendente all’amaro. Solitamente nei paesi asiatici è

usato per salse e insalate. I semi del coriandolo, invece,

ridotti in polvere, entrano nella preparazione del curry;

hanno un sapore delicatamente agrumato e sono usati

per insaporire ad esempio il riso bollito o il puré di

patate. In Gran Bretagna si usano in alcuni dolci e in

Messico per insaporire il pane.

Curcuma.

È una polvere giallo dorata che si ricava

dalla radice disidratata. Come lo zafferano, lascia un

bel colore, anche se è meno pregiata. Viene usata in

mix con altre spezie per creare il curry, in zuppe, carne

o pesce. Può anche essere stemperata nell’acqua di

cottura della pasta, alla quale conferirà un bel colore

giallo acceso.

Lemon Grass.

Nota anche come citronella, è

un’erba molto usata nella cucina indiana (nel curry) e

thailandese, dal tipico gusto pungente e che ricorda il

limone. Se ne utilizza il gambo intero tritato o pestato,

oppure tagliate a julienne le foglie più tenere, per

insaporire zuppe di pesce, molluschi, per marinare le

carni e il pesce crudo, o per fare salse. Molto indicato

anche per piatti al vapore o al cartoccio.

Mastica.

È una resina ricavata da un arbusto

mediterraneo (Prunus Mahaleb) che viene

commercializzata – soprattutto nei mercati

mediorientali, dove è utilizzata per aromatizzare

pane e pasticceria – sotto forma di cristalli. In Italia

ha fatto scalpore, qualche tempo fa, il piatto di Carlo

Cracco “Rigatoni, resina di mastica e funghi porcini”.

Amarognola, con un fondo balsamico di pino e cedro.

Pepe di Sichuan.

Si tratta di una bacca che,

nonostante il nome comune, non ha nulla a che vedere

col pepe nero. Chiamato anche “pepe cinese” o “pepe-

limone”, è solo leggermente piccante e ha un leggero

aroma di limone. Si utilizzano le scorze di queste

bacche (i semi veri e propri invece si scartano), che

vengono tostate, macinate e aggiunte all’ultimo nelle

pietanze. Nella cucina cinese sono molto usate, specie

in piatti di pesce, pollo, anatra, e nel pollo con verdure e

anacardi. Entra anche in vari mix di spezie.

è accaduto ad esempio per il pepe

di Sichuan. Io in questo momento

sono molto attirato dai sapori della

curcuma, del cardamomo e del pi-

mento, una spezia interessante dal

sapore che ricorda chiodo di garofa-

no, cannella, noce moscata, sempre

da usare con giudizio».

L’ultimo consiglio dello chef riguarda

la conservazione: «Oltre che mante-

nersi bene in luogo fresco e asciutto,

le spezie si conservano ancor meglio

in sottovuoto. Personalmente cerco

di non comprarne quantitativi ecces-

sivi, facendo rifornimenti frequenti,

per poter avere sempre un prodotto

fresco a disposizione».