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AGO. SET. 2015

28

T

rattandosi di un prodot-

to ampiamente utilizzato

dall’industria alimentare

e dai professionisti della

ristorazione, abbiamo interpellato

un produttore. È Unigrà, azienda

ravennate che dagli anni ’70 opera

nel settore della trasformazione e

vendita di margarine, oli e grassi

alimentari, tra cui quello di palma,

presente con i propri prodotti - de-

stinati alla produzione alimentare,

in particolare dolciaria - in oltre 90

Paesi nel mondo.

Al dr. Massimo Fusari, responsabile

del dipartimento Ricerca&Sviluppo

Olio e Grassi chiediamo innanzitut-

to come si ottiene l’olio di palma. «Si

ricava dal frutto della palma, una

specie di grossa oliva che ha un

elevato contenuto di olio; il frutto è

spremuto a caldo e il grasso che se ne

ricava nei paesi produttori è sempre

stato usato per cucinare. In Europa è

utilizzato nell’industria alimentare,

dopo un processo di raffinazione.

Si tratta di un grasso parzialmente

solido, dalla consistenza cremosa,

nonostante sia chiamato tradizio-

nalmente “olio”. Nell’industria ali-

mentare in passato si utilizzavano

i grassi alimentari idrogenati che

contengono grassi trans, che pos-

sono creare rischi cardiovascolari.

Oggi questi grassi sono stati van-

taggiosamente sostituiti dall’olio di

palma, con un notevole vantaggio

per la salubrità dei prodotti».

AMBIENTE E NUTRIZIONE.

Di

recente però l’olio di palma è stato

criticato sotto due profili: quello

ambientale e quello nutrizionale,

ma non sempre le informazioni

che sono arrivate ai consumatori

sono quelle corrette, come sotto-

linea ancora Fusari: «Partiamo dal

punto di vista delle problematiche

legate all’impatto ambientale, che

riguardano i principali Paesi pro-

duttori come Indonesia, Malesia,

Papua Nuova Guinea, Filippine.

Esiste dal 2004 la Roundtable on

Sustainable Palm Oil

(www.rspo. org), as

sociazione che promuove i

criteri e principi necessari per la

produzione di olio di palma soste-

nibile, che vigila sul fatto che la

coltivazione sia sostenibilie, evitan-

do la deforestazione, rispettando la

biodiversità, le popolazioni locali

e l’ambiente. La nostra azienda dal

2007 si è volontariamente iscritta

alla Rspo di cui fanno parte non

solo produttori e trasformatori, ma

anche organizzazioni come il WWF

e Greenpeace. Sottolineo il fatto che

la produttività della palma da olio è

dalle 7 alle 9 volte superiore rispetto

a quella dell’olio di colza e di soia,

il che si traduce in un consumo di

territorio da 7 a 9 volte inferiore.

Certo ancora molto si può e si deve

fare, ma l’attenzione dei produttori

verso la preservazione dell’ambiente

e del territorio è in crescita ovunque

e anche noi siamo in prima linea».

Per quanto riguarda gli aspetti nu-

trizionali, va sottolineato che l’o-

lio di palma è un olio bilanciato

perché, come spiega il dr Fusari:

«Contiene in parti circa uguali acidi

grassi insaturi (che notoriamente

sono considerati utili alla salute) e

saturi. Sottolineo anche che l’aci-

do palmitico contenuto nell’olio di

palma, criticato come se fosse una

sostanza nociva, è uno degli acidi

grassi saturi più diffusi in natura,

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IN DISPENSA

DI MARIELLA BONI