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GIU. LUG. 2015

21

Il futuro del bar? Tutto da rinnovare. Nella

comunicazione, che deve essere oggi più che mai

social e digital, superando il vecchio passaparola (o

meglio, innovandolo) cui ancora molti si affidano. Ma

anche nelle attrezzature, spesso obsolete. È ciò che

emerge da un’indagine di Fipe, Federazione Italiana

Pubblici Esercizi.

È insomma ora di ripartire se non si vuole rimanere

al palo. Complice la crisi, tra il 2008 e il 2012

sono stati investiti solo 3 miliardi di euro, 600 mln

l’anno, contro i 7-800 mln “normali” per il settore.

E sono tante le attrezzature obsolete a partire

dalla più importante, il bancone, che nel 94% dei

casi ha più di 6 anni e nell’80% oltre dieci. Ma

anche fabbricatori di ghiaccio, armadi frigo, forni

a microonde e macchina del caffè, quasi sempre

prese in comodato d’uso dal torrefattore.

La buona notizia è che la consapevolezza c’è da

parte degli esercenti: nel biennio 2015-2016 il 14%

delle imprese ritiene di dover acquistare nuove

attrezzature e nel triennio successivo la percentuale

sale al 25%. Nel complesso, il 40% degli intervistati

investirà nel locale nei prossimi cinque anni. Tanto

che la Fipe propone al Governo un provvedimento

sulla falsariga della legge Sabatini per incentivare gli

investimenti.

Anche per i bar, (r)innovare è vitale

cerca di forme per differenziarsi, a

fronte di un fatturato in leggera di-

minuzione, che però sta guadagnan-

do terreno rispetto alla ristorazione

indipendente. Le catene hanno una

maggiore dinamicità e attenzione alle

tendenze di mercato, sembrano più

attrezzate per lavorare sulle occasioni

(la prima colazione da McDonald’s,

l’aperitivo da Rossopomodoro) e au-

mentare l’offerta di esperienzialità.

E, se il dopocena richiede maggiore

impegno, potrebbero iniziare a pen-

sare, avvantaggiandosi dell’apertura

continua, alla pausa del mattino e

del pomeriggio.

Superata insomma la fase fast-food

only, stanno iniziando ad aggredire

anche la fascia medio-alta dei con-

sumatori. Gli esempi più recenti? Re-

stando allaMilano dell’Expo, My chef

in Triennale, il Mercato del Duomo

di Autogrill con una proposta arti-

colata che, tra street food, mercatino

gourmet e bistrot arriva al ristorante

dello chef pluristellato Niko Romito,

e Eataly Smeraldo, che tra le proposte

gastronomiche sciorina la stella di

Viviana Varese.

E la ristorazione indipendente? È in

difficoltà, con fatturato e clientela in

calo. Deve rispondere con un mag-

giore utilizzo delle strutture per au-

mentare offerta, qualità, servizi ed

esperienzialità: in una parola deve

differenziare. E lo sta facendo. Già

oggi il 68% dei ristoranti organizza

banchetti, il 48% offre menu a prezzi

fissi, il 47% dà il wi-fi gratuito e il