APR. MAG. 2015
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inquinanti inferiore a certi limi-
ti, ma è anche vero, soprattut-
topensando ai metalli pesanti,
che si crea un effetto di accu-
mulo nel tempo che difficil-
mentepuòessere considerato
salutare per l’organismo.
L’altro problema che presenta
l’acqua pubblica è quello della
clorazione. Il cloro è indispen-
sabile per depurare l’acqua dai
batteri, ma non èproprioprivo
di effetti collaterali all’interno
del corpo umano.
In tempi recenti molte città si
sonoattrezzatecondistributo-
ri comunali che, accanto adun
costo limitato, offrono acque
opportunamente filtrate che
garantiscono certamente una
migliore qualità.
I sistemi di demineralizzazio-
ne delle acque, utilizzabili nei
ristoranti e locali, sono cer-
tamente molto efficaci nel
depurare le acque dai metalli
pesanti e dal cloro. Possono
presentare l’inconveniente di
un prodotto finale non parti-
colarmente gradito dal consu-
matore.
Le acque in bottiglia presen-
tano il problema del traspor-
to, dell’esposizione agli agenti
atmosferici, in particolare luce
e calore e dello smaltimento
del vetro o della plastica. In
quest’ultimo caso, poi, l’as-
sociazione tra esposizione al
calore e conservazione per
lunghi periodi è sospettata di
poter rilasciare nelle acque al-
cune sostanze tossiche.
Sulla base di queste conside-
razioni potremmo stabilire
dei comportamenti ideali da
tenere in funzione delle occa-
sioni. Per un consumo casalin-
go sarebbe certamente utile
mettere un filtro all’ingresso
dell’acqua in casa per la depu-
razione generale, diffidando
da prodotti a basso costo o di
sistemi di depurazione estem-
poranei davvero poco utili. In
alternativa,perquantoscomo-
do, potrebbe essere utile rifor-
nirsidelleacquedeidistributo-
ri comunali.
CONSIGLI PER LA RISTORA-
ZIONE.
Nel caso della ristora-
zionelasceltadevenecessaria-
mente essere fatta tra l’acqua
depurata e l’acqua in bottiglia.
Il primo caso solitamente si
rivela molto economico, ma
spesso poco gradito dal con-
sumatore, poiché l’acqua de-
purata ha un gusto standard,
quasi del tutto privo di sapore,
che difficilmente può piacere
e che, di conseguenza, viene
semplicemente accettato.
Per ciò che riguarda le acque
imbottigliate si darà certa-
mente preferenza al vetro e
si potrebbe disporre di acque
con diversi livelli di mineraliz-
zazione.
ASCOLTARE IL CLIENTE.
At-
tualmente il consumatore è
orientato in due direzioni di-
stinte: il consumo per il piace-
re e il consumo per la salute.
Nel primo caso sarà difficile
poter accontentare tutti e
dunque ci si potrebbe rivol-
gere prevalentemente ad
acque riconoscibili in base
alle preferenze locali o alle
informazioni
pubblicitarie.
Nel secondo caso, invece, in
considerazione della sem-
pre maggiore attenzione del
consumatorealcollegamen-
to tra cibo e salute, sarà bene
disporre di almeno un’acqua
minimamentemineralizzata.
QUANDO E COME BERE.
La maggior parte dell’acqua
assunta quotidianamente,
allo scopo di ricambiare quella
consumata nelle diverse atti-
vità e funzioni del nostro cor-
po, dovrebbe essere bevuta
lontano dai pasti. In occasione
dei pasti si potrebbe assumere
soltanto un bicchiere d’acqua
prima di iniziare a mangia-
re poiché, con una corretta
idratazione quotidiana, non
si dovrebbe essere partico-
larmente stimolati dalla sete.
Bere una quantità eccessiva di
acqua durante il pasto potreb-
be velocizzare le fasi digestive
e renderle, dunque, incom-
plete, così come potrebbe di-
luire eccessivamente i succhi
gastrici e duodenali e ridurne
l’efficienza.
GASSATA O NATURALE?
Tra
gassata e naturale durante
il pasto non c’è alcuna diffe-
renza: ci si può lasciar guidare
esclusivamente dal proprio
piacere personale. La migliore
acqua idratante assunta lonta-
no dai pasti è quella non gas-
sata.
Non è da trascurare l’idea che
sipossaoffrire,duranteilpasto,
acqua calda, lievemente aro-
matizzata con alcune gocce
di limone o con estratti floreali.
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