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APR. MAG. 2015

47

fare in una determinata situazione.

Questo sistema, in un settore ad ele-

vato turnover come il nostro, consen-

te anche di formare rapidamente il

nuovo personale o quello avventizio

ed, essendo standardizzato in tutti

i ristoranti del Gruppo, permette lo

scambio di personale da un locale

all’altro», spiega il maître. Qualche

esempio?

«Nel menu abbiamo molti piatti per

celiaci. Ebbene la specifica scheda

OPL spiega il significato della celia-

chia, definisce il processo che segue

il piatto dalla cucina alla tavola e

la necessità di lavare le mani prima

di prendere il piatto con la ricetta

gluten free per portarlo al tavolo.

Sul piano emotivo invece si cerca di

controllare gli aspetti che possono

avere incidenze durante il servizio,

come l’ansia da panico nel trovarsi di

fronte inaspettatamente un gruppo

numeroso o gestire i picchi di lavoro».

Vi è un’ampia condivisione di tutte

le informazioni attraverso un sistema

pratico e immediato comeWhatsApp,

attraverso il quale si dà conto dei

risultati ottenuti, pubblicando anche

le classifiche ricavate dai giudizi dei

clienti che compilano un apposito

questionario.

«In un processo di miglioramento

continuo, la fase di controllo dei ri-

sultati e di valutazione del lavoro dei

collaboratori è determinante. Aven-

do stabilito degli standard, è neces-

sario verificare che tutti li rispettino,

anche per una sana competizione

tra gli operatori - commenta Spu-

mace - e l’utilizzo di WhatsApp ci

è sembrato il sistema più semplice

e più immediato in un tipo di lavoro

come il nostro».

Naturalmente l’adozione del meto-

do Lean non è stata completamente

indolore.

«Diversi responsabili, con anni di la-

voro alle spalle, non hanno accettato

la nuova impostazione. Ma questo

non è un sistema che si basa sull’e-

sperienza», conclude Spumace.

IL METODO

0EZSVS HM XIEQ E KVEHM

I

l team ha una composizione eterogenea: vengono coinvolti runners

(portapiatti), camerieri, lavapiatti, cuochi e aiuto cuochi, talvolta anche

gli impiegati dell’ufficio.

Le riunioni con il consulente Lean si svolgono “in field” e gli operatori

vengono assistiti nell’individuazione delle aree di criticità. Viene

lanciato un team di miglioramento e compilata una scheda (A3 Report)

che descrive in un solo foglio problema, obiettivo, situazione attuale

e analisi delle cause, contromisure e piano di lavoro, follow up e

standardizzazione. Queste alcune delle criticità analizzate: rottura

bicchieri, smarrimento posate, gestione dei flussi il sabato sera,

ricevimento merci, magazzino vini, conoscenza del menu, skill matrix

operatori di sala, cordialità, pulizie, manutenzione cucina, formazione

camerieri nuovi, test menu, storni.

Qualche risultato raggiunto: riduzione delle scorte vini del 70%, riduzione

degli errori di consegna dei piatti del 90%, riduzione della rottura dei

bicchieri dell’81%.

Applicare il metodo Lean alla ristorazione ha un

vantaggio rispetto ad altri tipi di interventi sulle

organizzazioni. «Tutto dipende dagli obiettivi che

l’impresa ristorativa si prefigge - afferma Simone Belli,

Lean expert di Lenovys, il consulente che ha seguito

il progetto del Gruppo Ethos - e può riguardare anche

una parte specifica dell’attività. Si individuano cioè

soluzioni diverse a problemi diversi. Abbiamo avuto il

caso di un ristorante che doveva risolvere il problema

degli sprechi di prodotto e attraverso il metodo Lean

abbiamo messo a punto un modo diverso di proporre

il menu. Oppure per una mensa abbiamo definito un

nuovo layout di cucina per una migliore gestione della

coda. Quello che è certo è il ritorno in termini formativi

e di maggiore interesse delle persone per quello che

fanno».

Senza sprechi, anche nelle soluzioni