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APR. MAG. 2015

45

N

on siete soddisfat ti

dell’andamento della

vostra sala? Siete sicuri

di avere fatto il possibile

per migliorare? Sapete esattamente

quello che non funziona? Se le ri-

sposte sono negative, allora è meglio

ricorrere a un muda safari.

Nonènientedi esoticooavventuroso.

Èuna persona, segnatamente un con-

sulente, che consuma in incognito un

pastonel vostro ristorante identifican-

dodecinedi formedi spreco: pietanze

portate al tavolo sbagliato, tavoli non

completamente apparecchiati, spreco

di pane, ordinazioni evase in tempi

diversi per persone sedute allo stes-

so tavolo, conto sbagliato, e via di

seguito. Gli errori rilevati dal muda

safari sono spesso sottovalutati, se

presi singolarmente, ma se messi in

fila diventano significativi e di entità

non trascurabile.

Questo è ciò che hanno fatto i titolari

del Gruppo Ethos (cinque ristoranti

in Brianza e a Milano, v. box a pag.

46) quando si sono rivolti a Lenovys,

una società di consulenza specializ-

zata nel metodo Lean Thinking (let-

teralmente pensiero snello), che li ha

aiutati a rivoltare tutta l’azienda. Il

metodo Lean parte dall’identificazio-

ne degli sprechi per poi eliminarli e

produrre di più con un minor con-

sumo di risorse.

Dice Luciano Attolico, fondatore di

Lenovys e autore di libri sul Lean

Thnking: «Un’azienda ‘Lean’ ottiene

risultati eccellenti attraverso processi

operativi eccellenti; conun approccio

sistematico, genera il massimo valore

per il cliente ed elimina gli sprechi da

tutti i processi. Il mio approccio vede

unaposizione altrettanto centrale agli

aspetti socio-relazionali, che ritengo

inseparabili da quelli tecnici; occorre

inoltre ottenere ilmassimo valore con

il minimo sforzo dalle proprie attività

personali e da quelle dei propri colla-

boratori, eliminando tutti gli sprechi».

LA LOTTA AGLI SPRECHI

e il

continuo miglioramento percorro-

no, normalmente, le strade della

produzione, dove è sensato parlare

di numeri, costi, sprechi. Ma il più

grande margine di miglioramento si

misurerànel servizio, dove i parametri

sono qualitativi e lo sforzo maggiore

è quello formativo.

Ed è su questo fronte che il Gruppo

Ethos ha lavorato di più.

L’adozione del percorso Lean al Grup-

po Ethos permea tutta l’attività dell’a-

zienda, tanto che i titolari, i fratelli

Antonio e Giuseppe Scotti, quan-

do hanno deciso di avviare questo

percorso l’hanno fatto per “rendersi

inutili”. Un approccio decisamente in

controtendenza rispetto alla media

del settore, dove dallo chef patron

all’imprenditore in genere il titolare

sovrintende a tutti i processi. Ma è

ancheunapproccio che, valorizzando

e responsabilizzando i singoli, ottiene

risultati economici significativi. «Se

crescono le persone l’imprenditore

perde potere. Ma - afferma Giuseppe

Scotti - noi vogliamo perdere potere

il più possibile. L’azienda deve avere

vitalità anche senza di noi. Per que-

sto la Lean va oltre l’azienda. È un

percorso di ognuno di noi per poter

migliorare. Sempre».

Dopo essere stato il primo e, per il

momento l’unico, ristorante ad avere

adottato un processo Lean sulle at-

tività operative, da qualche tempo il

GruppoEthos sta lavorando suquello

chevienechiamatodaStefanoAttolico

il Lean Lifestyle, un modello organiz-

zativoegestionalechemiranonsoloal

miglioramentodei processi dell’azien-

da, ma soprattutto al miglioramento

delleprestazioni e del benessere delle

persone che vi lavorano.

DI FABRIZIO GOMARASCA

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