I
genitori lo sanno bene. Andare
al ristorante con i bambini può
essere un calvario. Ma anche i
ristoratori li temono. Dietroquei
visini innocenti si nascondono dei
giudici severi e, spesso, hanno ra-
gione. Unbambino assaggia, mangia,
giudica e, se non è convinto, lascia
nel piatto. I bambini, quindi, non
vanno sottovalutati e bisogna fare
attenzione nella preparazione di un
menu per loro. Impresa difficile, ma
non impossibile.
Il principio fondamentale è che non
bisogna preparare piatti strani o par-
ticolari: spesso un piccolo cliente si
accontentadi unpiattoedifficilmente
mangia un pasto completo. Devo pe-
rò dire che inmolte occasioni quando
ho previsto unmenu con alcuni piatti
con porzioni ridottissime (pochissi-
mo antipasto, un primo da 30g, poco
secondo con un contorno che possa
piacere - puré, verdure frullate in
crema -, una piccola pallina di gela-
to e un gioco come premio finale) i
piccoli hanno apprezzato.
Partiamo dal presupposto che un
bambino non potrà mai mangiare
porzioni enormi, che si annoia di
fronte a un piatto pieno, fa fatica a
finirlo. Se invece mettiamo insieme
delle piccole proposte il risultato è
spesso soddisfacente. Lavoriamo più
sulla qualità, usiamo sempre prodotti
eccellenti.
UN BAMBINO MERITA RISPET-
TO.
Un bambino, se mangia bene, si
diverte, con forme e colori ha il suo
giochetto, sarà colui che insisterà per
andare a mangiare in quel ristorante
piuttosto che nell’altro. E noi adulti?
Siamo i primi ad assaggiare quello
che un bambino mangia. La sua fe-
licità è la nostra felicità e tranquil-
lità. Se un bambino sta bene lascia
tranquilli pure noi, se mangia male,
si annoia subito e comincia la fine
della nostra serata.
Non sottovalutate questi aspetti, sono
importanti.Quando cucinate, chiede-
tevi se dareste a vostro figlio quello
che state preparando. Ricordo che in
moltissimi casi i produttori di alimen-
ti, gelati, dolciumi, cioccolati, ecc.
quando fanno i test li fanno assag-
giare ai bambini: se loro apprezzano
il prodotto va messo in commercio,
altrimenti viene scartato. E qui dob-
biamo riflettere.
Un altro argomento interessante le-
gato al cibo per i bambini è istruirli
a comprendere che determinati co-
lori in cucina non esistono, se non
identificati e giustificati. Ad esempio
il colore blu o azzurro di un gelato,
difficilmente lo troviamo in com-
mercio o in natura (a parte un’alga
poco conosciuta), il rosa invece può
essere di una fragola, a patto che il
gusto ne rispecchi la realtà. Cerchia-
mo quindi, già da piccini, di fargli
conoscere le etichette, gli additivi che
vengono utilizzati, i conservanti, ecc.
E per contro facciamogli apprezzare
i buoni prodotti del nostro sistema
agroalimentare, rendiamoli consape-
voli di che cosa fa bene, e che cosa
no. Ovviamente spesso si acquista
cibo spazzatura, con l’alibi che è per
i bambini. In realtà… un bambino
mangia quello che noi acquistiamo e
siamo noi i primi responsabili della
sua educazione alimentare.
Nei ristoranti non dobbiamo avere
paura di scrivere quello che utilizzia-
mo nei menu, dobbiamo invece avere
il coraggio di essere responsabili del-
le nostre azioni, garantendo un cibo
salutare, digeribile, ben preparato,
gustoso e semplice.
IN CUCINA
DI GREGORI NALON -
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