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FEB. MAR. 2015

48

QI LIBRI

Quando il cibo è anche conoscenza

Il sottotitolo di quest’opera

di Antonio Belloni,

collaboratore del Foglio,

di Milano Finanza, de

Linkiesta, è “L’Italia e le

strade infinite del cibo

tra società e consumi” a

identificare e circoscrivere

il tema di cui si occupa.

Tema cruciale per

l’economia italiana,

soprattutto alla vigilia di un

evento così atteso come

Expo Milano 2015 che

suscita tante aspettative.

Il cibo è dunque centrale

nella vita delle persone e

della nostra società. Ma il

punto di vista è originale

e prende spunto da una

domanda che molti si

fanno.

Quali sono le ragioni

per cui oggi il cibo è

fotografato, idolatrato,

esibito, narrato? E

perché, se in Italia non

ne aumenta il consumo,

la sua presenza in tv, sui

giornali, sul web è invece

così ingombrante? La

risposta è nelle prime

righe dell’introduzione.

Scrive Belloni: “Uno degli

ingredienti di questo libro è

l’informazione”.

Divenuto il messaggio

di tante forme di

comunicazione, il cibo è

visto come lo strumento

con cui rivendicare la

propria identità individuale,

territoriale e religiosa.

Dà sfogo alla creatività e

risponde a criteri estetici.

Allo stesso modo, il

consumatore non è più

solo una «macchina

metabolica»: prima che il

cibo giunga nel suo piatto

pretende di conoscerne

valori nutrizionali, origine

e salubrità. Un pacchetto

di dati che hanno un

valore crescente e

costituiscono una grande

fetta di business per chi

lo produce, trasforma e

distribuisce, ma soprattutto

per chi lo racconta e lo

porta quotidianamente

nelle nostre case.

Accanto a questa

evoluzione recente,

si rafforzano

successi economici e

contaminazioni del cibo

con altri settori, come la

moda e il turismo. Un mix

di elementi che, sotto la

patina glamour della Food

Society - dove il cibo è

tendenza e linguaggio, e

gli chef sono i nuovi guru

di una religione alimentare

- muove un flusso globale

di scambi che genera

ricchezza. È la guerra

della Food Economy,

raccontata in questo

libro, che si fa sempre più

serrata, a colpi di brand,

certificazioni e marchi

d’origine.

E così saper cucinare e

avere da parte qualche

risparmio non è più

sufficiente per fare

ristorazione, così come

per allevare maiali serve

procurarsi molto più che

capannoni e mangime.

“Gli ingredienti che non

possono mancare sono

oggi il saper raccontare

della comunicazione,

del marketing e dei

brand, il saper vendere

dell’internazionalizzazione

e della ricerca di

investitori, così come

il saper innovare delle

tecnologie e dei processi

produttivi. È il sapere –

scrive Belloni – l’elemento

di maggiore valore ed è

per questo che la Food

Economy non è più

soltanto cibo”.

Oggi l’efficacia di una

campagna pubblicitaria,

di un messaggio

promozionale o di uno spot

non sta più (o comunque

non solo) nell’investimento

economico ma risiede

nella capacità di

intercettare e comprendere

i bisogni e i pensieri dei

consumatori, ancora prima

che vengano espressi. Se

è vero che il marketing

funziona meglio quando

non tenta di vendere a

tutti i costi, allora diventa

fondamentale capire di che

cosa si può parlare con i

propri potenziali clienti per

guadagnare stima, fiducia,

insomma credibilità e

come farlo in modo da

suscitare interesse e

curiosità.

Il volume è una raccolta

ragionata di interventi di

narratori del gusto ognuno

dei quali contribuisce

per la specializzazione e

l’esperienza che gli sono

proprie a costruire una

trama di “idee, soluzioni ed

esperienze per comunicare

i prodotti tipici”.

Food Economy

di Antonio Belloni

Marsilio

E

13,00

www.marsilioeditori.it

Il valore del Cibo

a cura di Valentina Canali ARM

- Agra Editrice,

E

15,00

www.agraeditrice.com