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IN CUCINA

L’eccellenza nel piatto

D

ice che nessuno ha più

il coraggio di criticare

e che i cuochi troppo

fantasiosi gli fanno

perdere le staffe.

EdoardoRaspelli

,

critico gastronomico e conduttore

di MelaVerde su Canale5, odia i

commenti su Tripadvisor e fatica a

sopportare gli chef italiani bravi ma

permalosi e irriconoscenti. Diligen-

te, attento, pronto a tutto, Raspelli

spiega subito di come, quando e

quanto si sia spostata l’asticella (ver-

so l’alto, ovviamente) in fatto di food

APR. MAG. 2018

22

Presìdi, coltivazioni, associazioni e soglie d’attenzione altissime. Non solo:

innovazione e ricerca si fanno da parte per la valorizzazione di ciò che abbiamo

più caro nel nostro Paese. L’Italia può ancora dare tanto. Ce lo spiega Edoardo

Raspelli, che con MelaVerde è sempre a caccia di rarità e massimi livelli

DI RICCARDO SADA

nel nostro Paese. E inizialmente la

prende un po’ alla larga.

“Nel 1975, Cesare Lanza, mio di-

rettore di allora al Corriere d’In-

formazione, mi obbligò a criticare

i ristoranti e mi portò a inventare

la critica gastronomica. In un box

c’era davvero il peggio. Ai tem-

pi, il consumo di vino pro capite

era di 120 litri, in Italia: c’erano il

Lambrusco, il Chianti. Stop. Perché

in quel periodo si mangiava sen-

za una particolare attenzione alla

qualità o alle proprietà nutritive

di un piatto. Il piacere di mangia-

re è nato nel 1977, con Gualtiero

Marchesi, l’Enoteca Pinchiorri e un

altro pugno di ristoranti che die-

dero la svolta. Da lì si registrò il

‘risveglio’ del ristoratore. La Col-

diretti successivamente ha punta-

to sui produttori e sul chilometro

zero. Fui testimone della nascita di

Slow Food con Petrini. Fondammo

poi la Guida dell’Espresso, con cui

dare un giudizio (anche negativo)

dei ristoranti. Sul Manifesto cura-

vo la pagina di Gambero Rosso.