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DIC. GEN. 2018

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prevedere il futuro e costruire basi

solide. Cinque secoli fa grazie alla

famiglia napoletana dei Caracciolo,

che basava tutto sulla cacciagione,

prese vita una tradizione tramanda-

ta per tantissimo tempo grazie a un

continuo passaggio di testimone; gli

alunni oggi partono da questo e ar-

rivano in tutto il resto del mondo.

La cucina si evolve col tempo, parte

sempre dalle proprie radici; noi qui

in istituto dobbiamo semplicemente

dare continuità e sviluppo a questo

flusso. Facciamo cultura seguendo il

programmaministeriale. Sul discorso

chef o cuochi, diciamo solo che i

ristoranti hanno bisogno di trovare

persone volenterose. Chiediamo ai

nuovi iscritti, subito, perché abbia-

no scelto l’alberghiero. La nouvelle

cuisine ha stravolto tutto. Tuttavia,

le basi odierne sono un caposaldo:

nutrizione ed esperienza. Le tenden-

ze devono essere prese con le dovute

cautele: la cucina microclimatica, ad

esempio, è interessante da seguire e

interpretare. Si deve fare attenzione

alla chimica e alle modifiche orga-

nolettiche dei cibi: la cucina non è

un gioco”.

La parola passa poi agli alunni

Lu-

ca Da Fermo

ed

Emilio D’Emilio

,

reduci da un open day in cui sono

stati coinvolti centinaia di compagni

di classe.

“Entrambi abbiamo imparato a cu-

cinare dalle nostre mamme e dalle

nostre nonne. Le basi le costruisci

sbagliando o sperimentando. Solo

così si arriva alla vera innovazione

- spiegano i due quasi all’unisono

- Oggi la rivoluzione in cucina do-

vrebbe portare a ricette e prodotti

salutari legati al territorio. La for-

tuna di un giovane cuoco è legata

al proprio interesse e al proprio

carattere. Tuttavia, il mercato inter-

nazionale prosegue a cercare più

chef emergenti, volti possibilmente

noti, che cuochi, ma la cosa non ci

scoraggia. Con le tecniche odierne,

molto avanzate, ci si può mettere

fortemente in gioco e liberare la

propria creatività. Prendiamo il

chilometro zero, va bene, ma lo si

applichi solo se si ha a disposizio-

ne una materia prima d’eccellenza,

altrimenti diventa moda. Bisogna

imparare a condividere”.

ENOGASTRONOMIAREGIONALE

E ISTRUZIONE

Tra spettacoli, interviste, cultura e

gusto nel segno della ricchezza del

territorio e proprio nel piacere della

convivialità, si è svolta a metà ot-

tobre la Festa dei Cuochi di Villa

Santa Maria, dove si è consolidata

la ristorazione del futuro vista dai

giovani professionisti che escono dal

Marchitelli e approfondita da prepa-

rati docenti. Tutto a confermare che

enogastronomia regionale e istruzio-

ne in Italia possono fare la differenza.

Una edizione di successo, con cifre

da record, con le sue oltre diecimila

persone che hanno assistito a tutti

gli appuntamenti in programma, tra

showcooking, interviste, momenti di

degustazione e le immancabili cene

nelle piazze principali a testimonian-

za che un’altra Italia si sta dando insi-

stentemente e caparbiamente da fare.

Protagonista anche inAmerica, la cit-

tà di Villa Santa Maria e la sua festa,

grazie a un collegamentooltreoceano

con lo chef

Luigi Diotaiuti

(nostra

cover in questo numero di Qualitaly).

Un’importante testimonianza questa

dell’eccellenza culinaria e professio-

nale del ‘Made in Italy’. Da Washing-

ton, Diotaiuti ha sottolineato quanto

sia importante la collaborazione tra

più realtà in un mondo che va alla

velocità della luce.