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OTT. NOV. 2017

15

“Non ci sono manuali, ho dovuto

inventarmi tutto da me

pescando

da

altre discipline - conferma

Stefania

Moroni

, “figlia d’arte” impegnata nel

bistellato il Luogo di Aimo e Na-

dia (vedi box) - La ristorazione è

un mondo sempre più complesso e

necessita di cultura, preparazione,

orizzonti ampi”.

Le difficoltà insomma sono tante. Ri-

spetto alle imprese manufatturiere,

dove spesso il titolare ha competenze

manageriali che sono più facilmente

rimpiazzabili, nelle imprese di risto-

razione il titolare riunisce spesso in sé

abilità creative, gestionali e relaziona-

li. Che non sempre i figli posseggono.

“In questo caso bisogna essere con-

sapevoli dei propri limiti e decidere

di dare un altro tipo di contributo.

Ma all’interno di una famiglia non

sempre è facile essere onesti con se

stessi, e i rapporti sono a volte com-

plessi” dice Stefania Moroni.

PROBLEMI...

Quando un figlio decide di entrare

nel ristorante di famiglia, il problema

che si pone è quello di mantenerne

alta la tradizione e il nome, innal-

zando il livello di marketing, ma

anche rileggere il menu con nuove

proposte che incontrino, oltre che il

gusto dei clienti e l’

esprit du temps

,

anche l’efficienza produttiva.

“Le problematiche emerse nella no-

stra ricerca riguardavano gli aspetti

burocratici e le novità normative, le

richieste di una maggiore professio-

nalità, il rapporto con lo chef non

di famiglia, con la messa in discus-

sione del ruolo di leadership della

nuova generazione, e la questione

delle nuove tecnologie, inparticolare

riguardo ai sistemi di prenotazione”

spiega Montaguti.

E SOLUZIONI

Il primo consiglio è quindi preve-

dere una formazione specifica dei

successori, con corsi manageriali e

un periodo di lavoro fuori dell’im-

presa di famiglia, anche all’estero.

“Abbiamo visto che in questi casi al

rientro i figli avevanomeno difficoltà

a gestire i collaboratori storici, ave-

vendo acquisito competenze che gli

permettevano di evitare di protrarre

comportamenti e soluzioni tipiche

dell’impresa famigliare”. È anche uti-

le ridurre il più possibile il periodo

di affiancamento delle generazioni,

fissando una data precisa per il pas-

saggio di responsabilità. “La situa-

zione tipica nei ristoranti è quella

Stefania Moroni

“Distinguere l’impresa dalla

famiglia, applicare un sistema

di governance moderno,

premiare le competenze,

definire un quadro di

regole condivise, prepararsi

all’imprevisto, privilegiare

una prospettiva di processo e

coinvolgere attori terzi”.

Le 7 condizioni per un

passaggio generazionale

di successo secondo

Assolombarda

© F. BOLIS ARTWORKS P. FERRARI

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Le “dritte” per un passaggio corretto