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difficile sviluppare e rendere appetibili
per il mercato nuovi brands e nuovi
concepts.Difficilemanon impossibile.
Nei mercati esteri il valore del brand è
spesso più importante del territorio e
della denominazione in sè. Ma anche
qui ci sono differenze tra mercato e
mercato, con imercatimaturi più simili
all’Italia e quelli emergenti più in linea
con le nuove strategie dimarketing.
La produzione del vino in Italia è
frammentata, è un ostacolo alla cre-
scitanell’export?
Sicuramente sì. Una buona massa
critica è spesso determinante per il suc-
cesso,specieall’esteroe,alcontrario,la
polverizzazioneavoltepatologicadella
produzione Italiana non aiuta, soprat-
tuttoneimercati emergenti.
Per voi i mercati esteri sono da
sempre strategici: c’è il rischio che
“schiaccino”quellodomestico?
No: il mercato italiano negli anni, ha
saputo mantenere un buon peso com-
plessivo, tra il 30 ed il 35% del totale
e quello estero sì è ampliato, ma senza
“schiacciare” quello domestico che è e
rimane una nostra assoluta priorità.
Qualisonoimercatiestericherendo-
nodi piùper voi?
Gli USA, Canada, Russia, Germania,
Svizzera, Nord Europa, Sud Est Asia-
tico eCina anche se, quest’ultima, solo
in chiave prospettica.
Che ruolo può giocare il turismo del
vino sui produttori italiani?
Un ruolo importante, soprattutto in
quei territori a forte vocazione/at-
trattività turistica. Il turista, molto
spesso, si lega ad un territorio, ai suoi
prodotti, ai suoi vini e diventa, negli
anni, uno straordinario e a volte incon-
sapevole ambasciatore nel mondo.
B
N
egli ultimi anni la qualità
generale dei vini italiani è
miglioratainmanieraimpor-
tante.EperBanfi,unodeiprotagonisti
di questo salto qualitativo, innalzare
gli standard è un aspetto essenziale
della sua quotidiana attività. Ne ab-
biamo parlato con Rodolfo Maralli,
Direttore Commerciale &Marketing
dell’azienda che ci ha confermato:«Il
miglioramento qualitativo dei nostri
vini è un fattore imprescindibile che
ci piace sintetizzare nello slogan: “La
Ricerca dell’Eccellenza”.
Anche il packaging e il branding
sono cambiati molto negli ultimi
anni. Quale misure avete preso in
questo contesto?
Lo sviluppo del packaging si è svi-
luppato di pari passo con la qualità
crescente dei vini. Oggi, più che in
passato, un packaging vincente deve
essere, oltre che distintivo e di gran-
de appeal, anche immediatamente
riconducibile ad un territorio e ad
un marchio vincente. Deve essere,
in sintesi, coerente con il messaggio
produttivo e qualitativo che l’azienda
intende trasmettere.
È importante pensare al vino come
unbrand?
Assolutamente si. Solo associando
Vino e Brand è possibile affermarsi
verso il cosiddetto consumatore
globale.
Quanto è facile costruire un brand
del vino italiano, e come si fa?
È tutt’altro che facile, soprattutto in
questi ultimi anni di crisi e di con-
trazione del mercato. Il mercato
domestico predilige brand legati al
territorio,fortementeespressividiuna
denominazione forte e di una storia
aziendale coerente. Purtroppo negli
ultimi anni, è diventato sempre più
AZIENDE
Banfi:
la forza del brand
Rodolfo
Maralli
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BEVERAGE & GROCERY
“La ricerca dell’eccellenza” è un must imprescindibile per l’azienda
IL RUOLO GIOCATO DALL’AZIENDA SUL MERCATO ITALIANO E SU QUELLI INTERNAZIONALI
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