Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  20 / 68 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 20 / 68 Next Page
Page Background

18

LUGLIO/AGOSTO 2015

a

ll’inizio furono l’abbigliamento e le scarpe

delle grandi firme, poi gioielli e accessori

per la casa. Solo più tardi il mondo del

largo consumo ha scoperto l’esistenza dei

temporary shop. Si tratta di un fenomeno ancora margi-

nale: secondo l’analisi di

Assotemporary

, associazione

che riunisce tutti gli operatori del “temporaneo”, il food

riguarda il 10% delle richieste di temporary, anche se

la tendenza è in crescita. «Non ci sono ancora molte

iniziative di temporary shop che riguardano il mondo

del largo consumo – spiega

Massimo Costa

, segretario

generale dell’associazione – ma non ci sono preclusioni.

Tutti i settori possono utilizzare il temporary shop per

vendere, perchè in fondo è anche un negozio tempo-

raneo, e per comunicare efficacemente, come hanno

La formula che seduce

i grandi marchi del food

TEMPORARY STORE

fatto diverse aziende negli anni scorsi».

In base all’esperienza di Costa, la scelta

di aprire uno spazio temporaneo può es-

sere fatta con obiettivi di promozione,

marketing o vendita, in base alle speci-

fiche esigenze. «Può certamente offrire

un’ampia visibilità ai prodotti – sottolinea

- soprattutto se la location prescelta è in

posizione strategica dal punto di vista

commerciale. Il paragone immediato va

fatto con il cartellone pubblicitario, che

non consente quel rapporto diretto con il

consumatore che visita un temporay store.

Rispetto allo scaffale c’è la possibilità di

creare una scenografia e un’atmosfera

particolari che facciano entrare in con-

tatto diretto con il brand.

Da sottolineare che attraverso il tem-

porary shop si può anche sperimentare

l’apertura di un proprio negozio mono-

marca e realizzare significative opera-

zioni di marketing».

Fondamentale è la scelta della location:

«In relazione al budget – prosegue - si

può scegliere in posizione strategica, di

solito il centro cittadino, e in periodi

strategici come quelli fieristici, Salone

del Mobile in particolare. Assolutamente

interessante una location milanese nel

periodo di Expo».

Non esiste a oggi un normativa specifica

suquestamodalità di vendita. «Si procede

per analogia – spiega Costa - seguendo la

regolamentazione commerciale e quella

relativa agli eventi.

SEGUENDO L’ESEMPIO DEI MARCHI PIÙ BLASONATI DELL’ABBIGLIAMENTO, E NON SOLO, ANCHE

LE MARCHE DEL LARGO CONSUMO HANNO SCOPERTO LE OPPORTUNITÀ CHE UN NEGOZIO

TEMPORANEO PUÒ OFFRIRE. MILANO, COMPLICE EXPO, È LA VETRINA PREFERITA

di Rachele Agostoni

Massimo Costa, che

nel 2008 ha creato

con alcuni imprenditori

Assotemporary