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16

LUGLIO/AGOSTO 2015

n

el commercio di questo scorcio di XXI

secoloparola d’ordine è ibridazione. Per

attrarre un cliente sempre più distratto

dalle infinite potenzialità dell’e-com-

merce in termini di ampiezza e profondità dell’offerta,

il punto vendita brick & mortar riscopre l’unico van-

taggio ancora opponibile allo strapotere montante del

web, ossia la possibilità di avere un rapporto tangibile,

fisico, con il prodotto e con gli altri consumatori. E lo

store diventa sempre più spesso anche un luogo dove

consumare pasti, un informal restaurant nel quale il

concetto di community esce dal recinto dei pixel e si

appropria di uno spazio, fa “vivere” i valori del brand.

Una tendenza, questa, nata oltreoceano, di matrice an-

glosassone, ma che nel nostropaese, dapprima in ambito

urbano, poi un po’ dovunque, anche in provincia, ha

modificato il modo di intendere e vivere un negozio.

Food protagonista

Gli esempi sono infiniti, le ibridazioni hanno fatto nasce-

re punti venditamutanti di ogni sorta, conunmatrimonio

tra mondi spesso lontanissimi tra loro, ma che vedono

il food protagonista. Dal bar che è anche ciclofficina,

alla pizzeria caseificio, dalle ormai usuali caffetterie

book shop fino al negozio di arte/interior design aperto

all’interno del ristorante di grido, la specializzazione

che ha caratterizzato l’economia e il commercio solo

fino a qualche stagione or sono oggi sembra essere

un pallido ricordo, di fronte a questo esercito di punti

vendita multifunzionali e, in un certo senso, figli di una

cultura contemporanea che è per sua natura fluida e

Se l’ibrido piace

sempre di più

CONTAMINAZIONI

capace di sintetizzare stimoli provenienti

dagli ambiti più disparati.

L’ibrido è una moda?

“Il primo, e forse più significativo esem-

pio di questa tendenza - spiega

Franco

Costa

, presidente di CostaGroup, società

che si occupa di store design e che ha al

suo attivo la realizzazione di numerosi di

questi negozi 2.0- è

Eataly

, uno store che

contiene un ristorante o un ristorante con

annesso uno spazio nel quale acquistare

i prodotti. Una formula che ha avuto un

enorme riscontro, in Italia e all’estero,

nella quale l’attenzione alla qualità e il

connubio tra cibo, cultura e arte italiana

sono i fili conduttori per un’esperienza

che non si esaurisce nella degustazione

o nell’acquisto, ma che offre al cliente

qualcosa di più profondo e coinvolgente”.

Costa, tuttavia, è velatamente critico sul-

la durata nel tempo di questi pdv, forse

frutto di una moda d’oggi che, in quanto

tale, non può che essere passeggera. “In-

nanzitutto – prosegue - non occorre pen-

sare che sommando piùmondi all’interno

dello stesso spazio fisicopossa aumentare

la capacità di attrazione e che, vendendo

marmellate, il libraio possa risollevare

il suo business in crisi. Occorrono pro-

fessionalità, conoscenza e capacità im-

prenditoriali chiare: l’ibridazione nonpuò

risolvere problemi, anzi può ampliarli,

se non è frutto di un progetto organico

ma solo di un desiderio estemporaneo”.

UN BRAND VIVO, AL DI LÀ DELLA PRIGIONE DORATA

DEI PIXEL: ECCO IL VANTAGGIO DEL PDV BRICK &

MORTAR E DELLE SUE NUOVE DECLINAZIONI

di Mario Cinti

Il MegaStore

Mondadori nel suo

recente debutto a

Milano