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LUGLIO/AGOSTO 2015
Dal fashion al food
Costa cita
Giorgio Armani
, con il suo
ristorante giapponese
Nobu
, un tempio
della cucina nipponica a Milano o
Renzo
Rosso
e il suo accordo per realizzare
ristoranti bio con
NaturaSì
, insegna di
store biologici diffusa in tutt’Italia ora
in procinto di nuove aperture con l’in-
vestimento del patron dell’azienda di
abbigliamento
Diesel
.
Una triangolazione del tutto inedita, ma
non nel risultato, visto che le aperture
di nuovi
Store Almaverde
Bio in Emi-
lia Romagna, hanno visto la presenza
all’interno dei pdv di ristorazione casual
naturalmente 100% organic. Esempi di
come l’ibridazione abbia lo stesso ap-
proccio qualitativo del brand “madre”
e, con una gestione manageriale ocula-
ta, anche buoni risultati economici. Tra
gli ultimi nati da questo matrimonio tra
brand dell’abbigliamento e ristorazione è
The Stage
, il nuovo ristorante del brand
fashion
Replay
inaugurato all’interno
dello store di Piazza Gae Aulenti a Mi-
lano, che ha sale differenti ispirate alle
atmosfere cinematografiche, un ristorante
che propone cucina milanese rivisitata e
attualizzata, un sushi bar e un wine bar.
Sull’altro lato della barricata,
Noma
di
Copenaghen, considerato tra i più prestigiosi ristoranti
del mondo, per alcuni addirittura il numero uno, ha
aperto all’interno uno store per vendere oggetti di
design ispirati dalle proprie creazioni culinarie.
La Gdo non sta a guardare
Pronta a cogliere ogni segnale proveniente dal mercato,
anche la distribuzione moderna cerca una strada per
legare in un unico spazio fisico acquisto e consumo
dei prodotti alimentari.
Si tratta dei segnali nostrani di un fenomeno già ampia-
mente diffuso oltreoceano, con punte di innovazione/
ibridazione fino a qualche tempo fa ritenute incredi-
bili, come il birrificio artigianale impiantato sul tetto
di
un pdv Whole Foods in California che serve la
birreria/ristorante sottostante
. Dalle nostre parti
Conad, attraverso la creazione dell’insegna Sapori
& Dintorni, ha dato vita a una serie di store tutti
caratterizzati da uno spazio che permette di degu-
stare i prodotti.
L’ultima apertura, a Siena, dà la possibilità ai clienti di
consumare colazioni, pranzi veloci, merende, apericene,
tra taglieri, vino, piatti della tradizione, disponibili in
formato take away anche per il consumo domestico.
Coop Italia, con la sua insegna DeGusto, ha aperto
a Bologna all’interno del Mercato di Mezzo un luogo
dove assaggiare
e comprare i prodotti dell’eccellen-
za agroalimentare emiliana e, attraverso il suo nuovo
progetto targato Coop&Go (gamma di referenze a ele-
vato contenuto di servizio aggiunto in termini di time
saving ma con un profilo nutrizionale corretto) vuole
introdurre un corner per il consumo interno nei propri
pdv, trasformandoli tutti in spazi di consumo informali,
veloci e con un buon rapporto prezzo/qualità.
S
Sapurì, realizzato da
Costa Group.
Qui il cliente, che è
anche spettatore, viene
accompagnato in un
avvolgente percorso
gustativo.
“O
ggi il consumatore attraverso il web può saltare e disintermediare a
piacere e ciò avverrà in modo sempre più generalizzato e allargato.
Ovvio che anche il negozio rivede i suoi con ni e li allarga, senza
per questo diventare mastodontico. La crisi delle grandi super ci di vendita è lì a
dimostrarlo: anche in una dimensione raccolta possono convivere mondi diversi con
una matrice culturale comune”. Giorgio Triani, sociologo dell’Università di Parma,
indica come l’avvento di internet abbia spostato il baricentro dell’idea stessa di
consumo, oggi sempre più pluridimensionale.
“Fondamentalmente il web –conclude- ha scassinato la storica logica di separazione
fra fuoricasa e home: gli interni domestici diventano sempre più spazi pubblici e
gestiti come tali, perdendo il loro carattere di privatezza.
Ovvio che anche il modo di interpretare il commercio debba tenere conto di queste
nuove esigenze, che si sono imposte sul mercato in modo estremamente rapido”.
IL COMMENTO DI GIORGIO TRIANI




