Background Image
Table of Contents Table of Contents
Previous Page  72 / 84 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 72 / 84 Next Page
Page Background

70

GENNAIO/FEBBRAIO 2015

dei piccoli tablet, dal costo più elevato,

ma che contengono tutte le informazioni

richieste. Il vantaggio è che quando rice-

viamo la merce con una bolla elettronica

possiamo trasferire tutte le informazioni

sul lotto direttamente alla lavagna”.Come

è stato accolto il cambiamento da parte del

personale?“Inmodopernientetraumatico,

anzi le etichette elettroniche sono state

viste come una liberazione da un lavoro

(il cambio pezzi) vissuto come ossessivo

e noioso”. E i clienti? “I più anziani ritene-

vano che sulla carta il prezzo si leggesse

meglio, ma dalla maggior parte abbiamo

avuto riscontri positivi”. Secondo Stefano

Bava “da quando abbiamo messo le eti-

chetteelettronicheècresciuta la fiduciadel

cliente nei nostri confronti, anche rispetto

ai competitor di piazza che non le utilizza-

no”. Per ora la soluzione è adottata solo in

alcune aree, libero servizio e grocery, “ma

se avessi l’okamplierei anche alle zone con

meno variazioni, non solo per un discorso

di coerenza espositiva. Cuneo è una città

di provincia, dove il consiglio e il rapporto

umano è ancora importante anche in un

ipermercato e liberare il personale da un

lavoro ripetitivo ci ha permesso di impie-

garlo per seguire meglio l’area vendita,

anche dove di solito il rapporto con la

clientela è limitato”.

Con l’NFC

parla con il cliente

Le nuove tecnologie poi permettono fun-

zioni più avanzate. “Le etichette elettroni-

che oggi possono essere utilizzate anche

per visualizzare i dati di gestione, e come

ELECTRONIC LABEL

strumentodimarketing, tramite la tecnologiaNFC. Grazie

al tag NFC inserito nell’etichetta, una volta toccata fisica-

mente con il cellulare questa può inviare informazioni

sul prodotto, messaggi pubblicitari, video, promozioni

e couponing, informazioni nutrizionali, consigli per il

cross-selling. Rispetto al beacon, che trasmette in modo

autonomo, è una tecnologia complementare perché l’NFC

nasce da un gesto volontario del cliente, che deve essere

naturalmente informato nel pdv dei vantaggi che può

ottenere” spiega Giuffré. Sono soluzioni che in Italia non

sono ancora state adottate.

“Due negozi Pam hanno le etichette con tecnologia NFC,

ma costano molto e abbiamo ritenuto non ci dessero van-

taggi tali da giustificare il prezzo superiore” diceMarotta.

Costi ancora elevati

Ed è proprio il prezzo elevato ciò che ne frena per il mo-

mentol’adozionedellaversionepiùavanzata.Lapossibilità

di dialogare con un utente tecnologicamente evoluto,

ma ancora di nicchia, non sembra insomma giustificare

l’impiego di questa tecnologia, che prevede tra l’altro

l’utilizzo di contenuti tutti da definire. Giuffré è ottimista

però. “Mi aspetto nei prossimi tre anni una grossa accele-

razione e sono convinto che quando partiranno due o tre

opinion leader aumenterà la richiesta, e di conseguenza

si abbasseranno i prezzi. Sono in corso dei test interni

ma non sono processi semplici perché coinvolgono il

marketing, la comunicazione, le vendite e l’immagine

che un’insegna vuole dare al cliente”.

Un’altra strada ci sarebbe però: utilizzare le etichette

“smart” comemessaggeri dell’industria: “L’etichettadiven-

ta così uno spazio virtuale che il retailer può mettere a

disposizionedell’industria.Diventandononsolounmezzo

per ridurre i costi e il lavoro e comunicare con il cliente,

ma addirittura fonte di profitto” conclude Giuffrè.

S

Si parte dal GROCERY perché ha le variazioni di prezzi più

numerose

Si passa all’ORTOFRUTTA che ha variazioni giornaliere

I REPARTI SERVITI (pesce, gastronomia) per seguire le nuove

disposizioni hanno l’obbligo di mostrare tutte le informazioni sulla

tracciabilità: necessitano di visori più grandi e water-proof.

COME SI “COLONIZZA” IL PDV

Stefano Bava